COPERTINA
Sullo sfondo: Mark Rothko, Untitled (Black on Gray), 1969-1970, Guggenheim Museum, New York, 203x175 cm, acrilico su tela. Grande retrospettiva a Parigi della sua arte fino al 4 aprile 2024.
A sinistra il alto: 1976. Robert De Niro è il reduce dal Vietnam Travis Brickle nel film di Martin Scorsese Taxi Driver (Netflix). Non riesce a dormire e la sua testa diventa mostosa.
A destra in alto: 1981. Sempre Robert De Niro. Questa volta è Padre Des Spellacy in L’assoluzione (Apple Tv, a noleggio) nel momento in cui ritrova il senso profondo della sua missione sacerdotale.
Al centro in basso: 2023. Ancora Robert De Niro come William Hale l’efferato, manipolatore e astuto criminale di Killers of the Flower Moon (Apple Tv+, a breve), l’ultimo film dell'ottantenne Martin Scorsese dal 19 ottobre nelle sale.
È trascorso quasi mezzo secolo tra i film, ma gli emoticon di De Niro rimangono insuperati e inimitabili.
Buongiorno e buon inizio settimana
Da metà della scorsa settimana, in men che non si dica, acqua dappertutto qui da noi. L’Arno però è stato tranquillo.
Oggi troverete 4 argomenti. il cambiamento nella rappresentazione della violenza nel cinema di Scorsese dai primi film a Flower Moon (Apple TV+, a breve) che corona l’arte cinematografica dell’ormai ottantenne regista di New York. La grande retrospettiva della pittura di Mark Rotkho alla Fondazione Louis Vuitton Parigi. La via coreana (del Sud perché nel Nord non c’è proprio un simile problema) per rimediare alla crisi di vocazioni sacerdotali e di idee liturgiche della Chiesa. Infine il grafico della settimana mostrerà un altro cambiamento questa volta dovuto al clima: lo spostamento dei flussi turistici in Spagna.
Buona lettura!
Pronto Martin …
Nei film di Scorsese la violenza è sempre sotto traccia e poi arriva come una tromba d’aria. Nel 2011 il regista ebbe a dire: “Sono cresciuto [nel Queen] in questo modo: tutto era tranquillo… e poi improvvisamente erompeva la violenza. Non si sapeva da dove venisse, ma bang-bang accadeva”.
A metà dello svolgimento dell’ultimo geniale meta-film di Nanni Moretti, Il sole dell’avvenire (NowTV) il protagonista, cioè Moretti, prende il telefonino e chiama Martin Scorsese. Vuole che quest’ultimo spieghi all’improvvido regista del film che la moglie Paola sta producendo in che modo sia cambiata la figurazione della violenza nel suo cinema.
Se non avesse trovato la segreteria telefonica, Scorsese avrebbe potuto, in effetti, impartire a quel giovane regista e alla troupe una bella lezione su come mettere la violenza nei film.
Questa improvvisata di Moretti mi ha fatto riflettere su come sia davvero mutata la rappresentazione della violenza da Taxi Driver (Netflix) e Quei bravi ragazzi (NowTV) a The Irishman (Netflix) e a Flower Moon (AppleTV+). E non mi sono dato una spiegazione finché non me l’ha servita Jason Bailey critico e storico del cinema.
Negli ultimi film di Scorsese la violenza è ancora la protagonista, ma è ripresa da lontano e inscritta in una inquadratura generale dell’ambiente nella quale accade. È come se Scorsese assumesse un distacco e una distanza quasi documentaristica dalla scena.
Sono riprese che adesso egli gira in wide shot piuttosto che in quei close up estremi che abbiamo visto nei primi film. Pensate all’esecuzione di Billy Batts in Quei bravi ragazzi. Scioccante e disgustosa. L’indugio sulla violenza, che pur esiste, è orribile e inguardabile anche nella finzione, oggi più che mai.
Moretti è antipatico ma di cinema se ne intende parecchio.
Profondo nero
L’umore del mondo, come certa pittura di Mark Rothko (1903-1970), tende sempre più a sfumare verso lo scuro. Le ampie campiture di colore brunito ideate dal pittore baltico generano un turbamento simile al lutto. Quel sentire verso il quale si viene spinti dal quadro collettivo del mondo attuale.
Ed ecco che fino al 4 aprile 2024 possiamo visitare la più grande retrospettiva mai vista dell’arte di Rotkho. Si tiene alla Fondation Louis Vuitton a Parigi nella cornice del Bois de Boulogne in un edificio avveniristico che nelle sue forme eccedenti incorpora l’ottimismo facilone con il quale si è varato il nuovo millennio. Allora la preoccupazione del mondo era il Millennium bug, che non c’è neppure stato.
Da sola la mostra, semplicemente “MARK ROTKHO 1903-1970”, vale un viaggio a Parigi, in treno naturalmente, magari con l’Interrail. Così si può andare anche a Chartres a vedere la luce.
La retrospettiva riunisce 115 opere. È disposta cronologicamente e descrive il percorso dell’artista dalla esperienza figurativa negli anni trenta fino, passando per il Surrealismo, all’Espressionismo astratto.
Rothko nutriva una visione panoramica delle sue opere fino a includervi anche l’ambiente nelle quali erano mostrate. A Parigi si può vedere una delle Rotkho Room, quella allestita per il collezionista Duncan Phillips, inaugurata da John Kennedy nel 1961 a New York durante una tempesta di neve.
Uscendo dalla mostra al visitatore verrà l’impulso di comprare i crediti di carbonio, così come fa la Apple, per andare a Huston in Texas a visitare la Rothko Chapel.
14 grandi murali neri in uno spazio ecumenico e aconfessionale costruito con il contributo dall’artista stesso. Peter Gabriel ha composto un pezzo strumentale sulle Fourteen Black Paintings. Un’opera che lancia una sfida impossibile a Goya.
La benedizione dello chatbot
Crisi delle vocazioni sacerdotali? Poco tempo da dedicare ai fedeli? Il rompicapo non preoccupa i coreani, quelli del Sud. La Corea del Sud è una delle nazioni più hi-tech, laboriose e inventive del mondo. Mai sentito parlare del K-pop? Visto Squid game (Netflix)?
Le chiese cristiane della Corea, che contano circa 10 milioni di fedeli, sono iper tecnologiche. Le preghiere, le letture sacre, la predicazione, le pratiche e i rituali liturgici stanno dando sostegno spirituale ai fedeli grazie a chatbot di intelligenza artificiale.
Awake Corp è la start-up che ha sviluppato l’applicazione Ask Jesus, poi ribattezzata con il meno blasfemo Meadow (pascolo). Meadow è un servizio di chatbot basato su ChatGPT, la esplosiva tecnologia di AI generativa elaborata da OpenAI.
In pochi mesi 50.000 utenti, di cui 10.000 al di fuori della Corea, si sono iscritti al servizio. L’app risponde a domande su questioni spirituali e di scelte quotidiane proponendo versetti della Bibbia, interpretazioni e preghiere adatte al contesto.
I ministri del culto, a loro volta, utilizzano l’AI per molteplici scopi come preparare i sermoni, chiedere assistenza sulla interpretazione di passi della Bibbia e dei Vangeli, definire i messaggi da rivolgere ai fedeli, suggerire punti di riflessione a tema e intitolare le omelie.
Per evitare il fenomeno delle allucinazioni il quale rende l’uso dell’AI generativa ancora problematico per utilizzi che richiedano accuratezza, rigore e correttezza dei contenuti elaborati, un comitato composto da ministri del culto è già al lavoro per verificare le risposte e addestrare lo chatbot con materiali adeguati.
Succede che oltre il 60% dei pastori protestanti già impiega questi strumenti nel proprio lavoro. Li trova utili perché permettono di riservare più tempo ed energie ai problemi della comunità. E la liturgia? Meglio lasciarla sbrigare all’AI.
Il grafico della settimana: a Nord a Nord
Come sappiamo la Spagna, dopo la Francia, è il paese che riceve il maggior numero di turisti, specialmente nel periodo estivo. In Spagna sta succedendo che il turismo estivo tende a spostarsi dalle spiagge delle regioni mediterranee del sud verso quelle atlantiche del nord che godono di un clima meno torrido.
In Galizia, nelle Asturie, nei Paesi Baschi e in Cantabria, regioni a lungo percepite come troppo piovose in estate, è stato registrato un aumento del 47% del numero di turisti internazionali nel mese di agosto, raggiungendo quota 435.500 presenze. Questo grafico mostra chiaramente questa tendenza. C’è speranza anche per la Groenlandia.
L’ultima parola al sidolizzatore: Tutto limpio e lucido: mica posso concorrere con la chiarezza di Rothko, no? Interessanti ’sti coreani: affidare religione e Dio a una app (pur allucinata, ogni tanto) per fare altre cose (?) senza bisogno di preti… Sarebbe stato più semplice abolire preti, religione e dio e dedicarsi ad altro, però. E fare a meno anche della app.