di PAOLO MANCA
Buongiorno e buon fine settimana. Torniamo al giovedì con l’atteso contributo di Paolo Manca che ci racconta una storia triste, quella del matematico francese Louis Jean Baptist Bachelier. Un destino che mostra, ahimè, che il talento, e anche il genio, non sono bastevoli se, come scriveva Seneca (l’ho letto su Internet), non incontrano l’opportunità. Buona lettura!
Un quesito
Meglio essere bravi e iellati o babbei e fortunati?
Chissà cosa avrebbe detto Amleto. D’altra parte perché dovrei dare una risposta?
Come sostengo da sempre le risposte sono inutili; solo le domande sono utili.
La domanda è sorta perché, pagaiando pagaiando, ho capito che, per tornare all’economia e alla finanza ed essere quasi serio, non posso non parlare del tema essenziale dei prezzi azionari e di come variano sul mercato e pertanto non posso non parlare di Louis Bachelier il primo che ne ha colto la caratteristica essenziale e che è stato molto bravo e molto sfigato.
Una tesi geniale
Louis Bachelier nacque a Le Havre (Francia) nel 1870 da una famiglia di commercianti. Quando aveva 19 anni, per la morte di entrambi i genitori, fu costretto ad abbandonare gli studi per poter mantenere i due fratelli minori.
Solo all’età di 22 anni poté riprendere gli studi alla Sorbonne. Il 29 marzo 1900, all’età di 30 anni, presentò la tesi di dottorato in matematica dal titolo La teoria della speculazione (Théorie de la spéculation).
Aveva trovato qualcosa di straordinario ma all’epoca nessuno ne colse la portata anche se l’articolo venne giudicato interessante e pubblicato sulla prestigiosa rivista dell’Ecole Normale.[1]
Bachelier continuò il suo lavoro e pubblicò anche altri diversi importanti articoli sul calcolo delle probabilità ma non fece carriera.
Nel 1918, finita la prima guerra mondiale, all’età di 48 anni riuscì finalmente ad ottenere un posto di supplente all’Università di Besançon.
Nel 1922 si sposò ma rimase subito vedovo.
Nel 1926, quando aveva 56 anni, il Consiglio di facoltà di Scienze di Digione non lo nominò di ruolo a favore di un altro candidato col pretesto di aver rilevato un errore su un suo lavoro.
Bachelier al riguardo ebbe a scrivere:
“Per una serie incredibile di circostanze mi sono trovato all’età di 56 anni nella situazione ancor peggiore degli ultimi sei anni … La mia carriera è stata bloccata in modo in modo ingiusto e deplorevole”.
Nel 1927 all’età di 57 anni gli venne finalmente offerta la cattedra del corso Calcolo differenziale ed integrale a Besançon.
Solo verso il 1937, data in cui lasciò l’insegnamento per la pensione, i suoi lavori cominciarono ad essere riconosciuti e fu insignito della legion d’onore.
Morì nel 1946 a Saint-Servant-sur-Mer.
Tracorrono “solo” 64 anni …
Le scoperte di Louis oggi sono ben note agli addetti ai lavori ma purtroppo furono ignorate quando il nostro amico era in vita.
Di fatto il lavoro di Bachelier rimase nell’ombra fino al 1964, quando il professor Paul Cootner del MIT pubblicò una ponderosa raccolta di 500 pagine di studi sul movimento dei prezzi azionari dal titolo The Random Character of Stock Market Prices.
In quest’opera, tradotto per la prima volta in inglese, fu pubblicato il contributo del 1900 di Louis Bachelier che Paul Cootner ebbe a presentare con le seguenti parole:
“Il suo lavoro è così eccezionale da poter affermare che lo studio dei prezzi speculativi ha il suo momento di massima gloria al momento della stesura di quest’opera”.
A questo punto mi chiedo: non sarebbe stato meglio, per Louis, che Louis avesse scritto delle fesserie e che la sua generazione le avesse ritenute sublimi e che per tali fesserie avesse preso il Nobel e poi, a morte avvenuta, si fosse scoperto che erano realmente fesserie?
Come ho già anticipato le cose andarono diversamente e Louis fu doppiamente sfigato (bisfigato) non solo perché sfigato ma perché, a differenza di altri grandi sfigati come Leopardi o Pavese, ha scelto una materia per cui solo pochissimi riescono a capire cosa abbia fatto.
Lo sforzo encomiabile che farò per cercare di delineare il suo contributo spero lo commuoverà.
1905: arriva Einstein
Il 1905 fu l’anno mirabils nella vita di Einstein e nella storia della fisica. Nel giro di sette mesi pubblicò sei lavori: un articolo che spiegava l'effetto fotoelettrico che gli valse il Premio Nobel per la fisica nel 1921 e avrebbe contribuito allo sviluppo della meccanica quantistica, due memorie sulla relatività ristretta con la formula e = mc2, la tesi di dottorato sul tema Nuova determinazione delle dimensioni molecolari, diventata lo scritto più citato nella letteratura scientifica degli anni settanta, e due articoli sul moto browniano.
Nel 1820, grazie all’invenzione del microscopio, un botanico scozzese, Robert Brown, descrisse qualitativamente i movimenti nell’acqua di piccole sub particelle di polline senza però riuscire a spiegarli.
In questi due articoli Einstein fornì una descrizione quantitativa di tale moto aprendo le porte allo studio del cosiddetto random walk (passeggiata casuale) e dando una spiegazione al fenomeno attribuendo la causa del movimento irregolare delle subparticelle di polline allo scontro ripetuto con le molecole d’acqua.[2]
1900: c’era arrivato prima Bachelier
Einstein non sapeva che un modello matematico simile era già stato elaborato cinque anni prima da un giovane matematico e dottorando francese di nome Louis Bachelier con riferimento non alle molecole d’acqua ma ai movimenti altrettanto caotici dei prezzi alla Borsa di Parigi.
Con riferimento ai prezzi dunque Bachelier aveva anticipato e formalizzato il moto browniano che resta alla base di tutta la matematica della finanza moderna[3] e che solo nel 1923 venne rigorosamente esposto da Norbert Wiener.
Note
[1] La tesi fu giudicata “mention honorable”, anziché “mention très honorable”, giudizio quest'ultimo indispensabile per poter sperare di ottenere un lavoro all'interno della comunità accademica
[2] Poiché le molecole d’acqua si muovono casualmente in tutte le direzioni anche le sub particelle di polline si muoveranno in tutte le direzioni in maniera del tutto casuale. Questa spiegazione, per noi abbastanza ovvia, non poteva essere compresa da Brown per il semplice motivo che egli non era consapevole che l’acqua fosse fatta di molecole!
[3] Per scrivere la sua tesi, Bachelier si reca alla Borsa di Parigi, registra nel suo taccuino i prezzi delle azioni, e fa una scoperta sensazionale. Per dirla con le sue parole:
I motivi che determinano i movimenti della Borsa sono innumerevoli, e taluni avvenimenti passati, contemporanei ma anche futuri, che non presentano alcun rapporto evidente con i movimenti stessi, si ripercuotono su di essi […] La determinazione di questi movimenti è subordinata a un numero infinito di fattori: è impossibile quindi prevederli matematicamente.
Prima di andare
Visto che parliamo di accademia, vorrei suggerirvi di dare un’occhiata alla miniserie in sei episodi La Direttrice (The Chair) con Sandra Oh (già premiatissima in Grey’s Anatomy). Gli episodi, di appena mezzora l’uno, sono uno spassoso e anche sconcertante spaccato della vita accademica in un grande campus universitario americano. Stimolano anche una riflessione sul difficile destino degli insegnamenti umanistici. Su Netflix.