COPERTINA
Dall’alto in senso orario.
Ludwig van Beethoven, ritratto del 1820 di Joseph Karl Stieler, Casa di Beethoven, Bonn.
Gary Oldman come Ludwig van Beethoven nel film Amata immortale (1994, YouTube) di Bernard Rose.
Nazionale di calcio della Germania, la maglia n. 44 nel nuovo design, poi rivisto, per il Campionato europeo di calcio.
Kenneth Tigar interpreta Heinrich Himmler nella serie televisiva L’uomo nell’alto castello (Prime video) tratto dal romanzo di Philip K. Dick La svastica sul sole.
Payakan, il tulkun del film di David Cameron Avatar - La via dell’acqua (2022, Disney+).
Gregory Peck come il capitano Achab nel film di John Huston Moby Dick, la balena bianca (1956, Prime Video) tratto dall'omonimo romanzo di Herman Melville e sceneggiato da Ray Bradbury.
Buon giorno e buon inizio settimana.
Ecco i quattro argomenti di oggi.
Il Campionato europeo di calcio inizierà tra breve in Germania. Per l’occasione la nazionale tedesca si è data un nuovo look anche se sempre in maglia bianca. C’è però un “piccolo” neo in questo nuovo look.
La sordità di Beethoven, alcuni ricercatori hanno voluto svelarci le ragioni mediche di uno dei maggiori paradossi dell’età moderna. A noi, però Beethoven piaceva così, non medicalizzato.
Aotearoa (Nuova Zelanda) e altre nazioni del Pacifico ci offrono di nuovo un bell’esempio di civiltà e di intelligenza: è proprio l’esempio, infatti, il primo agente del cambiamento.
Open Ai ha rivelato le fonti utilizzate per addestrare ChatGPT-3. Il grafico della settimana mostrerà quali. Ci sono anche moltissimi libri, perché la conoscenza è nei libri.
Buona lettura!
Il 44 della nazionale tedesca
In questi giorni ADIDAS ha sospeso la vendita delle maglie della nazionale tedesca di calcio appositamente ridisegnate per il campionato europeo che si svolge in Germania.
Una disattenzione nel design, l’ha costretta a riprogettare completamente l’attuale forma dei numeri. Se il nr. 4 viene affiancato da un’altra cifra 4 per formare il nr. 44, dà luogo a una figura imbarazzante.
Ricorda assai da vicino l’emblema delle SS (Schutzstaffel), la potente e famigerata organizzazione paramilitare del Partito Nazionalsocialista fondata da Adolf Hitler nel 1925.
Successivamente, sotto la guida di Heinrich Himmler, le SS si resero responsabili di tali indicibili atrocità da essere classificate come una delle organizzazioni più criminali ed efferate dell’intera storia dell’umanità.
Nella finzione della serie TV L’uomo nell’alto castello (Prime Video) Himmler è la figura apicale del trionfante Grande Reich. È l’uomo più potente e il probabile successore di Hitler che, peraltro, non si vede mai.
L’emblema delle SS insieme a molta paccottiglia iconografica coeva sono vietati in Germania. La Repubblica federale bandisce anche simboli suscettibili di essere confusi con essa in quanto simili.
La federcalcio tedesca ha dichiarato di non aver esaminato i numeri delle maglie superiori al 23, obbligatori per i principali tornei. Pertanto non si sarebbe accorta della combinazione intervenuta con il nr. 44.
ADIDAS, però, aveva dato la possibilità di personalizzare le maglie, acquistate sul proprio e-commerce, offrendo così l’occasione di crearne una con il numero 44 (cioè, SS) da abbinare, per esempio, al nome di Hitler.
Sembra inverosimile che ci sia ancora qualche persona che desideri indossare una maglietta simile. Eppure mi dicono che chi commercia in cimeli nazifascisti viaggi in Porsche Carrera.
Il ciuffo di Beethoven
Il 7 maggio 1824 Beethoven era presente alla prima esecuzione della Nona Sinfonia a Vienna. Non diresse però l’orchestra. Con le spalle al pubblico si mise a fianco del direttore battendo il tempo con un piede.
E non si accorse dell’enorme ovazione del pubblico al termine dell’esecuzione. Una cantante dovette strattonarlo per farlo voltare verso la platea e ricevere il plauso entusiasta dei convenuti al Theater am Kärntnertor.
Aveva 53 anni e l’udito l’aveva abbandonato. Sarebbe morto tre anni dopo. Sul corpo del compositore i medici effettuarono una craniotomia per raccogliere, vanamente, indizi che ne spiegassero la debilitante sordità.
Di Beethoven erano state raccolte e conservate delle ciocche di capelli. Nel 1994 l’American Beethoven Society, devota al mito del compositore, acquistò ad un’asta di Sothebys’ un ciuffo di capelli per 7300 dollari.
L’analisi del DNA di questo famoso ciuffo ha escluso, però, la sua appartenenza al compositore. Invece, l’esame di altri cinque campioni di capelli con DNA identico ha rilevato la presenza di una cospicua quantità di piombo.
Il piombo spiegherebbe anche la sordità del compositore poiché il metallo provoca danni neurologici importanti al sistema che trasmette il segnale uditivo dalle cellule dell’orecchio al cervello.
Una probabile fonte di questi alti livelli di piombo poteva essere il vino. Il piombo, sotto forma di acetato di piombo veniva spesso aggiunto al vino di scarsa qualità per migliorarne il gusto.
Si sa che Beethoven era un buon consumatore di vino, una bottiglia al giorno. Si dice anche che fosse convinto delle sua salubrità e che abbia continuato ad assumerlo, come medicamento, anche sul letto di morte.
Il suo editore che gli fece visita in quello stato lo omaggiò di 12 bottiglie. Beethoven, che sapeva che non avrebbe potuto bere quel vino, sembra abbia esclamato, derelitto, “Peccato, peccato… troppo tardi!”.
Il corpo delle balene e dei delfini
Senz’altro ricorderete le grandi creature marine nel film di James Cameron Avatar - La via dell’acqua. Sono i Tulkun. Esseri empatici capaci di provare emozioni complesse come gioia, dolore e rabbia.
Sono sacri al popolo indigeno dei Na’vi. È lo stesso sentimento che alcuni popoli dell’area del Pacifico nutrono nei confronti delle balene. Una consapevolezza che adesso viene codificata giuridicamente. È l’habeas corpus.
Le balene e i delfini del Pacifico sono ora ufficialmente considerati “persone giuridiche” in un trattato storico delle comunità indigene. È sancito in “He Whakaputanga Moana”, in lingua maori Dichiarazione dell’Oceano.
Lo hanno sottoscritto i capi indigeni delle Isole Cook, della Polinesia Francese, di Aotearoa (Nuova Zelanda) e di Tonga. Seppur simbolico, si tratta di un atto cruciale per la conservazione dell’ecosistema del Pacifico.
Se venisse adottato dagli Stati, similmente a quanto accaduto per il fiume Whanganui, i governi potrebbero sanzionare i trasgressori attraverso la giustizia penale o il diritto consuetudinario.
Infatti il crescente peso del tikanga Māori (diritto consuetudinario maori), all’interno del sistema giuridico generale della Nuova Zelanda, potrebbe portare all’applicazione dei principi contenuti nel trattato.
Conferire ai cetacei l’habeas corpus comporterebbe porre per legge limiti di velocità alle imbarcazioni, introdurre percorsi alternativi di navigazione, bandire le attività di pesca di questi cetacei e l’estrazione sottomarina.
Tuttavia, gli ambientalisti non sono certi fino a che punto l’attribuzione della personalità giuridica a balene e delfini possa proteggere le specie più vulnerabili dell’area come il delfino di Hector.
Il grafico della settimana: le fonti della “cultura” dell’intelligenza artificiale
I dati, lo sappiamo, sono il carburante dell’intelligenza artificiale. Alcuni modelli di linguaggio di grandi dimensioni, come ChatGPT-3 di OpenAI, rilasciato nel 2020, sono stati addestrati con centinaia di miliardi di “token”.
I token sono parole, numeri, immagini o altri tipi di dato che compongono una unità di informazione. Modelli di linguaggio di grandi dimensioni più recenti sono stati addestrati con oltre tre milioni di miliardi di token.
Viene quindi da chiedersi da dove siano stati presi questi dati. Ne dà conto questo grafico elaborato dal “New York Times”, su fonti di OpenAI. Conforta vedere che ci siano tanti libri.