COPERTINA
Dall’alto in senso orario.
Gary Oldman come Winston Churchill nel film del 2017 “L’ora più buia” di Joe Wright. Premio Oscar e Golden Globe per la migliore interpretazione maschile a Gary Oldman. Churchill era un pittore dilettante e nel 1948 scrisse un libro sull'argomento, "Painting as a Pastime".
Dustin Hoffman come Raymond Babbitt nel film del 1988 “Rain Man” di Barry Levinson. Secondo Oscar per la miglior interpretazione maschile a Dustin Hoffman. Dieci anni prima l'attore americano aveva vinto il suo primo Oscar con "Kramer contro Kramer".
Shia LaBeouf come John McEnroe nel film del 2017 “Bjorg McEnroe” di Janus Metz. Premio del pubblico al Festival di Roma. Björn Borg e John McEnroe si sono affrontati 14 volte nel corso della loro carriera, con un bilancio finale di 7 vittorie a testa.
Nicole Kidman come Romy nel film del 2024 “Babygirl” scritto e diretto da Halina Reijn. Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Nicole Kidman al Festival di Venezia. Ritorno col botto della brava attrice australiana in ruoli romantici e osé.
Buongiorno e buon inizio settimana
Il fumo fa male non solo alla salute, ma anche alle opere d'arte, persino quando si tratta di fragranze pregiate che portano con sé il profumo della grande storia, come quella scritta da Winston Churchill.
Seppur pratici, informali e aperti, in genere, gli australiani tengono molto al “bon ton” e al senso di decenza. Tuttavia anche ai vertici dell'establishment possono verificarsi scivoloni imbarazzanti.
Da quest’anno al torneo di tennis più antico e famoso del mondo, quello di Wimbledon, ci saranno meno occhi puntati sul campo di gara. Oltre agli occhi biologici degli spettatori ce ne saranno poc’altri.
Il grafico della settimana ci invita a riflettere sui temi che il pubblico tra i 10 e i 24 anni vorrebbe vedere maggiormente sviluppati in film e serie TV. I contenuti attuali sembrano proprio non soddisfarli.
Buona lettura!
Fumo di Londra
A sessant'anni dalla sua scomparsa, Winston Churchill rimane una figura di riferimento nella politica contemporanea non solo nel suo Paese, ma in tutto il mondo.
La retorica e la determinazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel condurre la guerra vengono spesso paragonate allo stile di Churchill, a cui lo stesso Netanyahu occhieggia.
Anche l'ex primo ministro britannico Boris Johnson ne ha fatto una figura totemica, dedicandogli una biografia molto apprezzata. In Italia, Carlo Calenda non fa mistero della propria ammirazione per Churchill.
Winston Churchill è stato l’unico statista della storia a vincere il premio Nobel per la letteratura. In effetti la sua prosa ricca e immaginifica è migliore di quella di molti altri scrittori insigniti dello stesso riconoscimento.
Come si vede nel film “L’ora più buia”, che è valso un Oscar a Gary Oldman, Churchill era anche, da estimatore di Paul Cezanne, un discreto pittore di paesaggi e anche un collezionista d’arte.
Amava circondarsi di dipinti che avvolgeva nel fumo dei suoi prediletti sigari cubani Romeo y Julieta. Per lui, il sigaro non rappresentava solo un piacere personale, ma uno stile di vita.
Churchill, che visse a Chartwell nel Kent per 40 anni, fumava in genere dieci grandi sigari al giorno. Teneva quasi 4.000 sigari in una piccola stanza accanto al suo studio.
Adesso alla Courtauld Gallery, nell’esposizione “Monet and London: Views of The Thames”, è possibile ammirare una brillante veduta del ponte di Charing Cross di Claude Monet appartenuta proprio a Churchill.
I restauratori hanno infatti rimosso la patina scura causata dal fumo dei sigari e dalla fuliggine del camino del salotto di Churchill, restituendo al quadro i toni giallo-grigi naturali della foschia londinese.
Churchill era un instancabile “dispensatore di fumo”. Con il suo caratteristico umorismo caustico, una volta disse del suo fumare: “Non fumo mai quando dormo e raramente prima di colazione”.

Explicit Qantas
Qantas è la compagnia di bandiera australiana, tra le più antiche e prestigiose al mondo. Riconosciuta per la sua eccellenza operativa e affidabilità, si è affermata nei collegamenti a lungo raggio.
Gli aerei Qantas sono facilmente riconoscibili grazie alla loro livrea distintiva: un canguro stilizzato su sfondo rosso, solitamente posizionato sull'aletta verticale dei suoi Boeing 777 che stazionano, per esempio, a Heathrow.
In “Rain Man”, Ray (Dustin Hoffman), si rifiuta categoricamente di volare, snocciolando con precisione maniacale tutte le compagnie aeree con almeno un incidente. Una sola eccezione: la Qantas.
Non è che in Qantas sia tutto rose e fiori: nel 2023, la compagnia è stata al centro di polemiche per aver venduto biglietti per voli già cancellati, portando a un'indagine del governo e a rimborsi milionari.
Anche di recente la compagnia ha dovuto scusarsi al termine di un volo da Sydney a Tokyo. Su tutti gli schermi è stato proiettato un film vietato ai minori di 17 anni, senza possibilità di disattivarlo.
La pellicola in questione, “Una notte a New York”, con Dakota Johnson e Sean Penn, conteneva linguaggio esplicito e scene di nudo, tra cui seno scoperto e pene in erezione.
La trama del film ruota attorno all’incontro tra un loquace tassista e una sua affascinante cliente durante una corsa dall’aeroporto Kennedy di New York a Midtown Manhattan.
La conversazione tra i due si fa progressivamente più intima: lui pontifica su cosa cerchino gli uomini sposati in un’amante, mentre lei scambia messaggi piccanti con il proprio partner che la ricambia con atti espliciti.
Qantas ha dichiarato in un comunicato che la proiezione sarebbe avvenuta “su richiesta di alcuni passeggeri”. Che il classico saluto di bordo divenga: “Accomodatevi, rilassatevi e... godetevi lo spettacolo al peperoncino”?
Wimbledon.AI
Dal 1877, anno della sua fondazione, il torneo di Wimbledon ha preservato pressoché intatte le sue tradizioni. Unico tra i tornei del Grande Slam, mantiene il campo in erba e l’obbligo per gli atleti della divisa bianca.
C’è anche una tradizione gastronomica che si ripete come le fasi lunari: dall’inizio del XX secolo si consumano durante l’evento quantità degne di Oktober Fest di fragole e panna.
Nonostante il torneo sia rinomato per la sua etichetta, non sono mancati nel tempo accesi diverbi, soprattutto per le contestate chiamate sulle palline che rimbalzano in prossimità delle linee del campo.
Le proteste dei tennisti a Wimbledon hanno spesso avuto un epilogo teatrale, dalla distruzione delle racchette ai lanci di palline fuori campo, ai coloriti alterchi, puntualmente sanzionati per antisportività.
Può darsi che non vedremo più questi atti. Infatti per la prima volta dal 1877, una tecnologia, il “Live Electronic Line-Calling”, sostituirà l’occhio umano nel giudicare se una palla è fuori o dentro dal campo.
Dal 1929, circa trecento giudici di linea, dal 2006 con le loro caratteristiche Polo firmate da Ralph Lauren, hanno vigilato ogni anno su falli e battute fuori campo. Un ruolo aperto alle donne soltanto nel 1979.
L’All England Club, ente organizzatore del torneo, ha annunciato che l’innovazione interesserà tutti i campi, dalle qualificazioni alla fase finale. Non vedremo più quindi braccia alzate per una palla fuori.
Fu proprio un braccio alzato che nel 1981 scatenò l’ira di John McEnroe nel corso di un incontro con Tom Gullikson. Un suo servizio, in realtà dentro il rettangolo, fu chiamato “out”.
Il tennista americano, che poi avrebbe vinto il torneo contro Bjorn Borg in una partita perfetta, urlò al giudice di sedia “You cannot be serious!” (non può essere vero!) e fu sanzionato.
Sally Bolton, direttrice dell’All England Club, ha espresso profonda gratitudine per il servizio prestato dai e dalle giudici di linea nel corso degli anni, ma adesso, con l’intelligenza artificiale, non c’è più bisogno di loro. “OUT”.
Il grafico della settimana: meno sesso nelle narrazioni, per favore
Il rapporto “Teens and Screens”, elaborato dal Los Angeles’ Center for Scholars & Storytellers dell’Università della California, ha confermato e rafforzato una tendenza già emersa tra gli adolescenti americani lo scorso anno.
La ricerca, che nel 2023 ha coinvolto 1.500 persone di età compresa tra i 10 e i 24 anni, evidenzia, infatti, un significativo cambiamento nelle loro preferenze riguardo ai contenuti di film e serie TV.
Il 63,5% degli intervistati predilige storie incentrate sull’amicizia, mentre il 62,4% ritiene superfluo l’uso di sesso e nudità come espediente narrativo. Il trend è in netta crescita rispetto al 2022 (cfr. grafico).
Dal rapporto emerge anche un crescente disagio degli adolescenti verso le narrazioni stereotipate ed eteronormative che trattano di relazioni romantiche e sessuali, in particolare di quelle di natura problematica.
Emerge invece una maggiore richiesta di storie incentrate sull’amicizia, riconosciuta come elemento essenziale dell’esperienza adolescenziale. Le interpretazioni di questo fenomeno divergono.
Alcuni vi vedono un riflesso di pruderie generazionale, altri una conseguenza del fatto che, diversamente dalle generazioni precedenti, la GenZ non dipende più da Hollywood per accedere a contenuti espliciti.
