Copertina
Al centro le Sac Birkin di Jennifer Lopez in pelle di coccodrillo del Nilo e diamanti, 100mila dollari. Negli spicchi dall’alto in senso orario: Jean Birkin (a sinistra) con Gillian Hills in Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni; l'affollato distretto a luci rosse di Amsterdam dove circolano 150mila visitatori al giorno; Margot Robbie (Barbie) nel recentissimo Barbie di Greta Gerwig; Silvana Mangano, l’indimenticabile mondina nel film del 1949 di Giuseppe de Santis Riso Amaro (RaiPlay).
Buongiorno e buon inizio settimana.
Gli scorsi sette giorni di caldo africano è stato provvido di avvenimenti per la nostra Meze. Non è stato facile selezionare la cinquina di assaggi.
In questi giorni si è molto parlato delle borse di una nostra ministra, la quale dovendo promuovere il turismo del Bel paese, ha ben ragione di mostrarsi à la page. Vediamo come è nato uno dei suoi oggetti preferiti, la borsa Birkin.
Abbiamo inoltre appurato che il refuso è connaturato nella condizione umana anche se André Malraux non ne ha messo alcuno nel suo romanzo premio Nobel.
C'è poi da non sorprendersi di quanto sia difficile anche per una tipa smart come Barbie muoversi nelle acque melmose della geopolitica mondiale.
Andremo anche nella verde Valsugana da dove proviene la nostra collega Patrizia B. Ci sposteremo poi ad Amsterdam. La Venezia del nord, come la nostra Venezia, inizia a voler liberarsi dei turisti mordi e fuggi. È appurato che un turista ha 70 volte l’impatto ambientale di un residente. Si può anche vivere d’altro che di turismo, santo cielo!
Infine dal grafico della settimana emerge la triste sensazione di essere sul punto di diventare quel popolo degli abissi del quale parla spesso il nostro Giulio Sapelli.
Buona lettura!
Sac Birkin, Je t’aime
Tutti avranno appreso della dipartita della “londrigina” Jean Birkin, icona, insieme a Twiggy che l’ha preceduta di poco, di quel mondo di polvere di stelle così magnificamente rappresentato dagli emiliano-romagnoli Michelangelo Antonioni e Tonino Guerra in Blow-up (NowTV).
Icona, la Birkin, a tal punto da prestare il nome a una borsa diventata il simbolo del mondo modaiolo che vola in prima classe con “il drink in mano”.
Nel 1984 la Birkin era a bordo di un volo Parigi Londra, quando la borsa in cui teneva le sue cose si ruppe spargendo il contenuto nella cabina passeggeri della prima classe. La modella incolpò traversalmente Hermès dell’accaduto perché la casa parigina non produceva una borsa da viaggio abbastanza capiente ed elegante.
L’uomo sedutole accanto era Jean-Louis Dumas, il miliardario presidente del gruppo Hermès che rimase colpito dalle argomentazioni della donna.
Qualche mese dopo la società parigina lanciò una nuova linea di borse denominate Sac Birkin proprio della misura e della capienza desiderata dall’attrice.
Leggo che il Sac Birkin è progettato in 4 misure: 25×19, 30×23, 35×28 e 40×31 cm. Deve restare sempre aperto. Ci sono varianti in pelle di struzzo, pitone e coccodrillo. Quella di Jennifer Lopez, leggo ancora, è in coccodrillo del Nilo.
Non è dato sapere di che materiale siano i sac della nostra ministra. Confidiamo che almeno uno sia nella simil-pelle del modello Victoria.
Barbie cade nelle acque melmose della geopolitica
Unici al mondo insieme ai nordcoreani, i vietnamiti non potranno vedere il film del momento, Barbie di Greta Gerwig con i platinati Margot Robbie (Barbie) e Ryan Gosling (Ken). Una mappa che compare già nel trailer ufficiale del film ha fatto imbufalire il governo vietnamita che lo ha messo al bando.
In una scena c’è, infatti, una mappa del mondo con la cosiddetta “nine-dash line” (linea di nove tratteggi). Si tratta del confine tracciato unilateralmente dal governo cinese per attribuirsi la sovranità di arcipelaghi, atolli e secche del Mar Cinese Meridionale rivendicati anche dal Vietnam, dalle Filippine, dall’Indonesia e dal Brunei.
Una corte arbitrale delle Nazioni Unite, chiamata in causa dalle Filippine, ha invalidato la linea dei nove tratteggi e ritenute non legittime le rivendicazioni della Cina su quei territori.
L’inclusione proprio di quella delicatissima linea simbolica nella peraltro fantasiosa mappa in Barbie è imperdonabile per i vietnamiti. Un reato, quasi.
Può essere una trascuratezza dovuta all’ignoranza geopolitica dei produttori esecutivi della Warner Bro., come è probabile. Può essere anche, più malignamente, che quella linea tratteggiata voglia essere un messaggio subliminale al pubblico cinese che ormai è l’audience più vasta del cinema.
Si sa che oggi come oggi, anche parlando del tempo che fa, come ti giri pesti i calli di qualcuno. La gente della Warner Bro. dovrebbe saperlo.

Il Chiodo d’oro della Valsugana
Gli scienziati dell’Anthropocene Working Group AWG) ritengono di poter dimostrare che la Terra, dopo i 11.700 anni dell’Olocene, è entrata nell’Antropocene, ovvero nell’epoca segnata dall’influenza dell’umanità sulla geologia del pianeta.
12 siti mondiali mostrano le tracce di questo passaggio di era geologica. Tali tracce sono state rinvenute in alcune punti di formazioni rocciose detti, pertanto, punti o sezioni stratigrafiche globali (GSSP), oppure semplicemente Chiodi d’oro/Golden Spike.
Nelle rocce di questi siti, i ricercatori hanno trovato alcuni marcatori dell’azione dell’uomo come radionuclidi artificiali (radiazioni ionizzanti), particelle di combustione, neobiota, (organismi non nativi introdotti dall’uomo) e inquinanti organici.
Nel lago Crawford, nella regione dell’Ontario in Canada, si sono rinvenute il maggior numero di prove dei cambiamenti apportati dall'attività umana nei fossili. La profondità di quasi 24 metri del lago garantisce un ottima conservazione della materia sul suo letto.
Gli scienziati dell’AWG si sono così persuasi che il periodo successivo al 1950 sia geologicamente diverso da quello precedente.
Uno di questi siti si trova nella Valsugana, una valle del Trentino famosa anche per la sua polenta. È la Grotta di Ernesto nel comune di Grigno, sul Brenta. La grotta non è visitabile. Fu scoperta nel 1983 durante dei lavori stradali e porta il nome del ragazzino che vi entrò per primo.
Alla larga da Amsterdam
Amsterdam comincia ad averne abbastanza del sovraffollamento turistico. Quest’anno l’affluenza negli Hotel supererà le 10 milioni di presenze. Altrettanti turisti alloggeranno negli Airbnb. Nel 2010 erano 10 milioni e Airbnb non c’era.
Le mete più ambite si sono taorminizzate. Nella cinta dei canali il negozio più diffuso è il “Nutella shop” e l’attività più praticata la “Beer Bike” notturna. La stessa grande spiaggia di Zandvoort ora si chiama “Amsterdam Beach”.
La municipalità (Gemeente Amsterdam) ha deciso di entrare in azione. Vuol scrollare di dosso alla città l’immagine “chip” e permissiva per rappresentarla come una grande destinazione culturale.
Nel distretto a luci rosse, pesticciato settimanalmente da quasi un milione di pedoni, le autorità hanno chiuso centinaia di sporti e imposto un orario di chiusura per le attività.
Non sarà più possibile acquistare agevolmente, come un tempo, la marijuana legale e c’è il divieto di fumare all’aperto in tutta la città.
Il comune spera anche di convertire hotel in uffici e abitazioni, cronicamente carenti ad Amsterdam.
In questi giorni la città ha vinto contro il governo la causa per ridurre i voli sull'aeroporto di Schiphol, il terzo più grande d’Europa per numero di passeggeri.
Se qualcuno dubitasse delle intenzioni del comune di Amsterdam non ha che da guardare la nuova campagna pubblicitaria della città, “Stay away”. State alla larga. Non venite qui per l’addio al celibato! Non venite neanche per una notte brava. Non venite proprio. Alla larga! La pubblicità è rivolta soprattutto agli inglesi.

Oops, ho dimenticato una lettera
Milioni di e-mail delle forze armate americane sono arrivate nel Mali a causa di un errore di digitazione nel dominio: piuttosto che @.MIL, il suffisso delle e-mail del personale militare americano, è stato digitato @.ML l’identificativo del paese del Mali.
Johannes Zuurbier, il sistemista olandese che cura il dominio del Mali, ha contato, dall’inizio dell’anno, ben 117.000 messaggi mal indirizzati, solo 1000 lo scorso mercoledì.
Molte di queste e-mail finiscono nello spam e nessuna è contrassegnata come classificata.
Alcuni messaggi, però, contengono materiali altamente sensibili come dati medici, informazioni sui documenti d'identità, elenchi di equipaggio delle navi, liste del personale delle basi, mappe delle installazioni, foto delle basi, rapporti di ispezione navale, contratti, denunce penali contro le forze armate, indagini interne sul bullismo, itinerari di viaggio di alti ufficiali, prenotazioni e registri fiscali e finanziari.
Sembra che anche le forze armate olandesi incorrano in un errore simile. Digitando una “M” al posto della “N” nella denominazione del loro dominio @.NL ottengono il @.ML del Mali. i tasti di N e M sono accanto in tutte le tastiere.
Che problema c’è? Si dà il caso che il Mali sia un paese alleato della Russia e che il governo prenderà il controllo diretto del dominio. Con tutta questa roba si possono costruire dei dossier di intelligence senza mandare nessuno in giro.
Paga amara
Guardate questi grafici. Beh, c’è di che riflettere.
Sarà il caso di andarsi a rivedere Riso Amaro?