
Buongiorno e buon inizio settimana. Oggi una lettura un po’ più dura e lunga del solito. Restituisce, però, un plusvalore su quello che richiede.
Pepite
Recentemente ho partecipato a Milano alla presentazione dell’ultimo libro di Giulio Sapelli (con Ludovico Festa), Draghi o il caos (edito da Guerini e goWare). In ogni caso sarà caos.
Quel sabato mattina, di fronte a un pubblico numeroso e qualificato, Giulio era in forma come Maradona nella semifinale mondiale di Messico 86 contro gli inglesi.
Festa ha puntualmente colto questo stato di grazia e lo ha descritto come un fiume in piena gonfio di pepite. Travolgeva, ma arricchiva. La simpatica e colta co-relatrice di quell’evento ha dovuto ammettere di aver dovuto far ricorso al dizionario durante la lettura del libro. Non è l’unica ad averlo dovuto fare.
Un giornalista della Sette sta ancora cercando di capire che cosa significhi “la mucillagine peristaltica eterodiretta” a proposito del governo.
In effetti di pepite ce ne sono un bel po’ nei pensieri di Sapelli ma quelle che più luccicano, ai miei occhi, sono i libri e gli autori che sono spesso richiamati per illuminare la profondità degli eventi in corso in Italia e nel mondo. Sapelli non è nuovo a questi richiami librari e alle volte sono così speciali ed eruditi che il loro reperimento fallisce pure a Google. Poche volte ho visto andare in crisi il motore di ricerca di Google.
Proprio per questa sua familiarità con queste letture laterali ho chiesto a Sapelli di scrivere qualcosa sui libri ai quali consiglierebbe di riferirsi per capire qualcosa di più di quello che sta succedendo intorno a noi. Cosa che ha fatto davvero, nonostante il fastidio che, in queste settimane, gli procura il nervo trigemino.
A voi il piacere di scoprire cosa ci sia in questa hit di uno degli ultimi moschettieri del pensiero critico. Ed è solo un primo capitolo.
Buona lettura!
L’amico di sempre Mario Mancini mi ha invitato a scrivere una nota rivolta a coloro che “hanno sete del buon pane dello spirito”.
E di che tipo di pane si tratta?
Del pane della lettura di quei testi universali che possono aiutarci a comprendere perché, come e dove, va il mondo. Una bella impresa, non c’è che dire, per chi non voglia essere presuntuoso.
Io ho deciso allora di far atto di temperanza intellettuale e di proporre il mio percorso, ossia d’indicare quei testi che mi hanno aiutato a non perdermi nell’anomia in questi tempi pandemici.
1. La lotta di classe non è finita2.
Inizierò dal più affascinante di tutti: Le lotte di classe in Francia di Karl Marx. Occorre leggere questo libro solo dopo aver ben meditato sull’introduzione che ne fece Engels nell’edizione del 1895. Questo scritto di Engels, che rischiò di incorrere nella censura del Kaiser per la sua radicalità, aiuta a inquadrare sociologicamente e antropologicamente il periodo storico che il mondo intero sta attraversando.
“Fu proprio Marx – scriveva Engels – ad aver scoperto per primo la grande legge dell’evoluzione storica, la legge secondo la quale tutte le lotte della storia, sia che si si svolgano sul terreno politico, religioso, filosofico, o su un altro terreno ideologico, in realtà non sono altro che l’espressione più o meno chiara di lotte fra classi sociali; secondo la quale l’esistenza, e quindi anche le collisioni, di queste classi sono a loro volta condizionate dal grado di sviluppo della loro situazione economica, dal modo della loro produzione e dal modo di scambio che ne deriva. Questa legge, che ha per la storia la stessa importanza che per le scienze naturali ha la legge della trasformazione dell’energia, gli fornì [a Marx] anche la chiave per comprendere la storia della seconda repubblica francese”.
Chiaro no? Tutte le cose sociali hanno una matrice nello scontro tra le classi sociali. La società e la modernità non sono liquide, non si scompongono e ricompongono in modo fluido, come cerca di convincerti Bauman, ma sono ben ancorate a una struttura sociale, quella delle classi.
È quel che accade nel mondo
Ed è ciò che si vede ancora oggi non solo in Francia, ma in tutto il mondo.
Lo si vede nella disgregazione delle classi medie impaurite dalla tassazione e dalla riforma dei regimi pensionistici a cui si stenta a dare riparo.
Lo si nota nella sottomissione di larghi strati di commis d’État a regimi privatistici che li sottopongono alla legge del mercato e alla ricerca continua di un posto di lavoro avendo perso completamente lo status di servitori a vita di uno Stato articolato in enti oltreché in pubblici apparati.
Succede poi nella svalutazione del principio di status per gran parte degli insegnanti sottomessi a regimi di redditi insufficienti per riprodurre la conoscenza didattica e culturale generale e sottoposti alla pressione di famiglie e di direttori scolastici privi di cultura delle relazioni educative.
Si manifesta nell’industria manifatturiera dove la crisi sottopone manager di ogni basso e medio livello all’incubo della disoccupazione in cui si è barbaramente scagliati in non più giovane età, ma in età matura, quando non è possibile trovare un’altra occupazione.
L’ampliarsi delle differenze di status
Si può continuare all’infinito, per esempio con la discrasia di status tra top manager multimilionari e il ceto manageriale intermedio e i lavoratori non manuali sottoposti a insicurezza di lavoro e con la paura crescente serpeggiante tra la borghesia manifatturiera alveolare, cioè le piccole e artigianali imprese per il rischio continuo di fallimento in cui incorrono, sottoposte come sono a pressioni burocratiche e fiscali asfissianti.
Da parte sua la classe operaia è paralizzata dalla paura della disoccupazione e dal regime neo-schiavistico a cui è sottomessa nella maggioranza delle imprese con contratti intermittenti e a tempo breve, sotto un’inaudita pressione ideologica e morale che l’ha fatta sprofondare nell’anomia.
Per finire con la gioventù che non lavora e non studia, sprofondata anch’essa nell’anomia più profonda.
2. Angoscia e politica
La secolarizzazione ha prodotto un neo-paganesimo classista delle “classi alte ecologiche” che ha dilagato nei mondi simbolici di tutti gli insediamenti umani.
E per comprendere ciò che sta accadendo in forma antropologica val la pena di leggere il capolavoro di Franz Neumann Angoscia e politica, per me un punto di riferimento, che ritengo il testo più importante – con quello citato di Marx – per comprendere il moderno planetario dramma.
La crisi per anomia prevale perché si son distrutti i grandi partiti di massa che negli stati fragili sostituivano e sostituiscono lo Stato medesimo con processi di integrazione benevolente e che promuovevano le comunità di destino tipiche delle relazioni personali fondate su sistemi di solidarietà e non d’interesse.
3. La devertebrazione politica
Ed ecco che per comprendere bene ciò accade val la pena di leggere un passo di España invertebrada di Ortega y Gasset, pensatore che diede della Spagna e dell’Europa tra le due guerre un’interpretazione che parla a noi oggi come non mai:
Ascoltate:
“L'assenza delle élite ha creato nella massa, nel "popolo", una cecità storica incapace di distinguere il migliore dal peggiore; così che quando appaiono élite nella nostra terra, la "massa" non sa come approfittarne, e spesso le annienta.”
Per capire quello che sta succedendo si deve andare, infatti, oltre la classica dicotomia governanti-governati alla base di ogni organizzazione sociale.
Il lavoro teorico del grande pensatore spagnolo ci aiuta a scandagliare questo fenomeno e ci offre gli strumenti interpretativi necessari.
3. Le élite
Si è così realizzata a rovescio la teoria di Gaetano Mosca – il cui testo fondativo, Elementi di scienza politica, è tuttavia sempre indispensabile – delle élite che portano ordine e progresso proprio perché istituzionalizzano l’elitismo come forma di governo politico.
La democrazia elettronica (che si è cercato di inverare recentemente in Congo con esiti tremendi nell’agone elettorale che ha contrassegnato la fine apparente del dominio della famiglia Kabila) nasconde la realtà del fatto che, certo, solo una minoranza può guidare la massa.
Ma tale massa esiste unicamente per essere diretta, influenzata, rappresentata, organizzata dall’alto passivamente? Non è inevitabile. Oggi nel mondo la minoría selecta che, secondo Ortega, è in grado di sottomettere un agglomerato indifferenziato di individui eterodiretti e di promuovere così la stabilità dell’ordine politico, si presenta invece come servitore del popolo, suo ostetrico benevolente nel mondo dei diritti e crea un formidabile mondo di specchi una volta impadronitasi, come avvenuto, di una parte dei governi nazionali in tutto il mondo.
Il conformismo mediatico
Assistiamo oggi alla violenta trasformazione, per via angosciosa, dell’hombre-masa ortega-gassetiano da parte del manipolo ristretto di coloro che dalla solitudine depressiva delle masse traggono la forza e la volontà di potenza, generando con la loro apparizione uno dei più clamorosi trionfi del conformismo mediatico, con un declino della civilizzazione paragonabile solo al periodo del Basso Impero.
E questo genera un isterismo di massa che pervade tanto il “popolo degli abissi” quanto la borghesia finanziaria e i suoi succedanei di massa: il popolo radical chic delle professioni ex liberali, ecologisti e nutrizionisti fanatici che polemizzano unitamente a coloro che sono contrari ai vaccini e agli idrocarburi fossili con la stessa isteria e conducono una polemica politica anch’essa angosciosa, confondendo la politica con la carità e la misericordia; così come altri scambiano l’iniziativa politica in merito alle questioni delle migrazioni di massa mondiali con il razzismo.
Ma né la carità né il razzismo possono sostituire l’iniziativa politica, soprattutto di governo.
Reperibilità dei testi
Le lotte di classe in Francia di Karl Marx è pubblicato integralmente online qui. Si tratta di una traduzione italiana dell’edizione edita a Berlino nel 1895 che contiene anche l’introduzione di Engels citata da Sapelli. L’introduzione di Engels si può anche leggere qui (stampabile, perché pdf) tratta dall’edizione del 1973 degli Editori Riuniti a cura di Giorgio Giorgetti.
Angoscia e politica di Franz Neumann è praticamente introvabile perché pubblicato in traduzione italiana sul numero 6 del periodico “Il Mulino” nel lontano 1972: Franz Neumann, Angoscia e politica, in “il Mulino, Rivista trimestrale di cultura e di politica” 6/1972, pp. 1072-1101, doi: 10.1402/15992. Noi ci siamo procurati una copia del testo del politologo della Scuola di Francoforte e ne stiamo preparando una versione integrale da pubblicare online. Appena pronta ve ne daremo notizia. Testo notevolissimo di un pensatore della stessa pasta di Horkheimer e Marcuse, scomparso, purtroppo, prematuramente,
España invertebrada di José Ortega y Gasset è disponibile solo in spagnolo, lingua che Giulio Sapelli, avendo vissuto e insegnato in Sudamerica, conosce molto bene. Può anche non esser un problema: dallo spagnolo all’italiano i traduttori automatici (come Google e Deepl) fanno un lavoro eccellente che quasi si può prendere com’è. La lingua di Ortega y Gasset è chiara e precisa e la struttura della frase ordinata, tutte cose con le quali i traduttori automatici vanno a nozze. Chi volesse cimentarsi con l’originale può trovare l’edizione Planeta su Amazon.it al prezzo di 9,98 euro. Se volete usare Deepl o Google Translate per leggerlo in italiano, il Progetto Gutenberg ha reso disponibile una edizione elettronica online che si interfaccia con i traduttori. La trovate qui. Per aiutarvi ad approcciare questo saggio importantissimo abbiamo tradotto in italiano un estratto del capitolo sull’assenza delle élite nella storia spagnola, dal quale è tratta la citazione di Sapelli. Saggio storico illuminante.
Elementi di scienza politica di Gaetano Mosca si può acquistare su Amazon.it al prezzo di 25,60 euro. La biblioteca dell’Università di Toronto ha reso disponibile una versione gratuita sfogliabile della edizione del 1923 edita dai Fratelli Bocca. La prima edizione del 1896, dello stesso editore, è stata digitalizzata da Google e la potete consultare o scaricare qui, gratuitamente. Un estratto dal capitolo 2 dal titolo “La classe politica” lo abbiamo pubblicato noi per voi.
Prima di andare
Brescia. Se capitate a Brescia visitate, come ha fatto la mia amica Cristina, la mostra dell’artista e dissidente cinese Badiucao, La Cina (non) è vicina, che si tiene al Museo di Santa Giulia. Non mi è stato possibile visitarla perché i miei amici si sono rifiutati di percorrere un lunedì mattina, soleggiato ma freddo, il tratto autostradale Milano-Brescia e hanno preferito fare altre cose. Peccato!
Cinema. I film di Lina Wertmüller hanno avuto una grande eco internazionale. Pasqualino Settebelezze (candidato a 4 premi Oscar tra cui migliore regia), per esempio, ha suscitato l’interesse di uno dei maggiori pensatori dello scorso secolo, Bruno Bettelheim. Il terapeuta viennese esule in America ha scritto, ispirandosi a questo film, un bel saggio (Esperienze traumatiche e reintegrazione) per parlare dei sopravvissuti al lager.
“Ce n’est q’un début – les listes séront toujours plus longues”, suggerisce di scrivere il sidolizzatore per chiudere il post, per annunciare che verranno altri capitoli. Ma precisa che non è compito suo lucidare con il Sidol il francese, perché non lo prevede il contratto. E quindi non si prende la responsabilità degli strafalcioni che sovente vi metto. Con i professionisti della gig economy non si sa mai che fare.
L'amico Gianni Bessi mi fa notare che ai mondiali di Messico 86 l'Argentina sconfisse l'Inghilterra ai quarti di finale e non nella semifinale. L'Argentina in semifinale sconfisse il Belgio (doppietta sempre di Maradona). Essedo stato Gianni un appassionato di calcio argentino non vado neppure a controllare su Wikipedia. Quando si va a memoria si rischia di sbagliare, ma almeno non si fa copia e incolla.