COPERTINA
Da sinistra in senso orario.
Il topolino Remy e lo sguattero Alfredo Linguini sono i due protagonisti del film Disney premio Oscar Ratatouille. Sullo sfondo Parigi dove si terranno i prossimi Giochi olimpici.
Ophelia, il dipinto (1851-1852) di John Everett Millais che purtroppo dobbiamo andare a vedere alla Tate di Londra perché non è alla mostra di Forlì.
The Woodman's Daughter, il dipinto (1851) sempre di John Everett Millais che invece possiamo vedere a Forlì.
The Thoughts with which a Christian Child should be taught to look on the works of God, il dipinto del 1852 di Charles Allston Collins che si può vedere a Forlì. Bellissimo.
Highgate, la lapide della tomba di Marx al cimitero londinese di Highate. La tomba, dello scultore Laurence Bradshaw, è considerata un monumento di interesse nazionale dal governo di Sua Maestà.
Sho, l'amico di Arrietty, legge un libro sdraiato su un manto d’erba e fiori con il gatto Nīya che gli si è rannicchiato sulla pancia. Siamo in una scena del film Il mondo segreto di Arrietty dello studio Ghibli.
Granmamare, dea della misericordia e regina dell'oceano, moglie di Fujimoto e madre di Ponyo e di tutte le sue sorelle. Siamo nel film Ponyo sulla scogliera ancora dello Studio Ghibli.
Micheal Ward (Vinny) E Bill Nighy (Mal) nel poster del film The Beautiful Game (2024, Netflix), regia di Thea Sharrock.
Buon giorno e buon inizio settimana.
A breve si apriranno i giochi olimpici estivi in una Parigi che si è messa a nuovo per l’evento. Riapre anche il Grand Palais. Vi si terranno le gare di scherma e di taekwondo.
Oggi vedremo il cibo che i parigini intendono servire ai partecipanti, perché l’importante è proprio partecipare e soprattutto nutrirsi bene. E l’haute cuisine francese ha una bella sorpresa per i 15mila atleti e i 500mila visitatori.
Poi dalla Gare du Nord prenderemo l’Eurostar per andare in due ore e 16 minuti a Londra. Dalla stazione di Euston saliremo su un treno della Northern Line (la nera) e scenderemo, dopo 10 minuti, ad Highgate.
Sempre in tema britannico: non occorre andare alla Tate per vedere un po’ di figurazione preraffaellita. C’è molta pittura preraffaellita nei film dello studio Ghibli. E ce n’è un’infinità in Romagna, a Forlì. Fino al 30 giugno.
Sempre in tema di competizioni dallo spirito olimpico: il candido e gradevole film The Beautiful game su Netflix ci porta a riflettere seriamente sulla condizione della gente degli abissi, i senzatetto.
Una indagine della Fondazione Abbé Pierre li ha contati nei paesi dell’Unione europea. È il grafico della settimana.
Buona lettura!
L’Olimpiade del ratatouille
I Giochi della 33° Olimpiade di Parigi saranno i primi giochi, se non proprio vegani, almeno tendenzialmente tali. Un bel segnale che proviene da una grande capitale culinaria piuttosto restia ad aprirsi in tema di cibo.
Gli organizzatori, infatti, hanno in animo di offrire pasti a base vegetale ai 15mila atleti che prenderanno parte ai giochi. Anche i punti di ristoro intorno ai siti dovranno proporre agli spettatori il 60% di opzioni veggy.
Inoltre l’80 per cento degli ingredienti utilizzati nei cibi dovrà essere acquistato in Francia. La misura intende venire incontro alle proteste degli agricoltori che recentemente su questi temi hanno messo a soqquadro il Paese.
A guidare l’ardua impresa sarà Alexandre Mazzia, lo chef di un ristorante di Marsiglia con tre stelle Michelin. Mazzia ha però deciso di mettere in soffitta il sovranismo alimentare che in Italia si vorrebbe in Costituzione.
Lo chef marsigliese, ex giocatore professionista di basket, ha dovuto ideare più di 500 ricette salutari per soddisfare ogni gusto e necessità nel villaggio olimpico. Ha dovuto tenere di conto anche delle diete halal o kosher.
Riuscire a introdurre più verdure, legumi e cereali nel mix alimentare degli atleti è un’occasione, stando alle dichiarazioni di Mazzia, per mostrare il valore nutrizionale di ingredienti alle volte, erroneamente, sottovalutati.
“Invece di piccole strisce di bacon – ha detto Mazzia – preparerò dei peperoni per dare quel tocco affumicato e croccante che i commensali si attendono dal bacon”. Si può fare senz’altro.
Una bella testimonianza di cambiamento intelligente e utile.
Ultima quiete, Highgate
Oltre 100 mila persone ogni anno pagano un biglietto d’ingresso di 10 sterline per visitare la tomba di Karl Marx al cimitero di Highgate, un camposanto in stile gotico vittoriano nel nord di Londra.
Ad Highgate non c’è solo Marx, c’è anche la rockstar George Michael e l’autrice del Mulino sulla Floss, Mary Ann Evans che utilizzava il nome d'arte maschile George Eliot per essere presa sul serio.
Ma la gente viene in questo luogo soprattutto per Marx. La tomba è monitorata da telecamere: nel 2019 è stata vandalizzata per due volte con le scritte “Doctrine of HATE” e “Architect of Genocide”.
La imponente lapide di granito, sormontata da un busto in bronzo di Marx, è un “monumento classificato”. Una denominazione per strutture di particolare interesse storico. Sulla pietra sono incise due frasi di Marx.
Queste: “Proletari di tutto il mondo, unitevi!” tratta dal Manifesto del Partito Comunista e "I filosofi hanno finora interpretato il mondo in diversi modi; ora si tratta di cambiarlo” dalle Tesi su Feuerbach.
Avere come vicino di sepoltura Karl Marx può, però, costare molto: da 25mila a 30mila euro. Riposare in pace ad Highgate non è cosa da proletari e neppure semplice. Lo spazio per nuove sepolture è esaurito da tempo.
Una legge del 2022 del Parlamento di Westminster ha autorizzato il Friends of Highgate Cemetery Trust a riutilizzare gli spazi di tombe vuote e desuete. Un provvedimento che ha preso il nome di “grave renewal”.
Per il momento le tombe interessate sono 500. I resti saranno interrati in profondità nello stesso luogo e le nuove sepolture avverranno in uno strato superiore. Per chi voglia riposare vicino a Marx le prenotazioni sono aperte.
Comunque sia, c’è aria buona e poca umidità sulla collina di Highgate.
Il preraffaellita Hayao Miyazaki
A proposito di preraffaelliti. Uscendo dopo tre ore dalla mostra di Forlì con una sosta di mezzo minuto ad opera, mi è sorta spontanea una domanda visto l’impegno anche fisico che è richiesto al visitatore.
Questa: di come abbiano fatto gli organizzatori a raccogliere una tale quantità e varietà di opere. Ho contato 103 donatori tra musei e collezioni di tutto il mondo. Due dipinti d Burne-Jones vengono da Puerto Rico.
Il catalogo, a colori su una bella carta patinata con copertina rigida, conta 591 pagine e costa appena 39 euro. Un affare! Uscendo mi sono chiesto anche quanto lavoro ci possa volere a restituire ai prestatori tutte queste opere.
Ma veniamo al punto. Il realismo magico e onirico che ho visto nella figurazione della Fratellanza di Rossetti e dei suoi amici e successori mi ha richiamato alla mente un’altra estetica.
È quella, cinematografica, dei film di animazione dello studio Ghibli di Hayao Miyazaki. Anche gli artisti dello studio avvolgono scene iper realistiche in una carta da parati di fantasia e sogno.
Pure i colori vivaci, i dettagli elaborati, le figure appiattite, le atmosfere sognanti, l’idealizzazione della bellezza, le creature magiche, il viluppo floreale e sognante sono elementi che collegano le due estetiche e i due stili.
Ho appreso che Miyazaki nel 2006, durante una visita alla Tate Gallery a Londra, è rimasto folgorato dai dipinti dei preraffaelliti e in particolare da Ophelia di John Everett Millais.
È proprio il simbolismo, la florigrafia e la precisione del dipinto che ha impressionato il maestro giapponese. Lo riferisce Kaku Arakawa nel documentario Miyazaki – 10 anni di magia (Prime Video, NowTV).
Adesso che ho visto la mostra di Forlì, trovo pure io una risonanza tematica tra pittura dei preraffaelliti e cinema di Mayazaki. C’è sicuramente nella raffigurazione simbolica della natura come matrice di verità e bellezza.
Chi fosse interessato ad approfondire la relazione tra il mondo dei preraffaelliti, la produzione dello studio Ghibli e la cultura giapponese può andare qui. Prima di andare lì o a Forlì, guardate Ponyo o la Principessa Mononoke.
Buona visione!
Grafico della settimana: la gente degli abissi
Da poche settimane su Netflix c’è un titolo rimasto nell’originale inglese The Beautiful game. È così che si chiama a livello globale il calcio. E nel film si parla sì di calcio, ma soprattutto di significato compassionevole del calcio.
Il film infatti narra l’avventura della nazionale inglese al campionato mondiale dei senzatetto che si svolge a Roma. Vi prendono parte una decina di squadre tutte di giocatori che non hanno più un tetto sulla testa.
Spoiler: la nazionale inglese non vince il titolo, perché eliminata da quella italiana. Ma non vince neanche l’Italia come succede in un altro film di George Clooney del 2023, Erano ragazzi in barca (Prime video).
La Fondazione Abbé Pierre, una organizzazione non-profit francese, dedita all’inclusione sociale, ha reso noto dei dati sulla presenza dei senzatetto nei paesi dell’Unione europea.
Fa piacere vedere che l’Italia, se prendiamo i paesi più grandi dell’Unione, è quello più compassionevole insieme alla Polonia.