COPERTINA
Dall’alto in senso orario.
Keith Richards, Mick Jagger e Ronnie Wood, cioè i Rolling Stones. Il gruppo ottuagenario è in uscito con nuovo album Hackney Diamonds. Pure loro sono dei Crazy Diamonds.
David Byrne in Stop Making Sense, il piccolo grande capolavoro di Jonathan Demme oggi restaurato e restituito alla visione. Dal 29 settembre al cinema.
Mizuno Yunoshin, uno dei protagonisti di Ooku, la intrigante serie manga su Netflix che sconvolge le nostre idee sul genere.
Bradley Cooper veste i panni e il naso di Leonard Bernstein in Maestro, il film che ricostruisce la vita del musicista.
Jaime Vadell, l’attore cileno che impersonifica un orripilante Augusto Pinochet nel film intensamente politico El Conde di Pablo Larraín.
Ana de Armas, l’attrice e modella cubana che il regista australiano Andrew Dominik ha chiamato a essere il volto di Marilyn Monroe nel discusso ma intenso film Blonde prodotto da Netflix.
Buongiorno e buon inizio settimana,
Oggi edizione un po’ ridotta. Ho avuto dei lavori in casa e nel weekend è venuto a trovarmi il sidolizzatore che è un gran chiacchierone. Poi venerdì sera abbiamo avuto al Conventino di Firenze la presentazione del romanzo Il pianista del Teranga di Abdou M. Diouf con tanta bella gente, musica pazzesca e abbiamo fatto le ore piccole, almeno per me.
Ma siamo qui. Iniziamo andando su Netflix dove sono arrivate tre produzioni notevoli del colosso di Los Gatos.
Tre produzioni notevoli
Due film arrivano direttamente da Venezia. Entrambi sono biografie di protagonisti della scena mondiale seppur diversissimi tra loro per campo di azione, personalità e giudizio della storia. Entrambi i film sono in un bellissimo bianco e nero con una fotografia che taglia l’occhio.
Parlo del notturno El Conde del regista cileno Pablo Larraín, uno dei migliori talenti del cinema attuale, e del più solare Maestro di Bradley Cooper in veste di regista e protagonista; un film che ha fatto piuttosto discutere la comunità ebraica. Per quest’ultimo occorre ancora pazientare un poco perché non è ancora disponibile alla visione, ma potete senz’altro aggiungerlo subito alla vostra lista.
Non so perché Netflix non metta queste produzioni di prestigio e di qualità in bella vista invece di lasciarle a prendere polvere nei suoi scantinati. Misteri dell’intelligenza artificiale.
El Conde è Augusto Pinochet che, nella immaginazione fervida e furibonda di Larraín, è l’ultima evoluzione di un vampiro partorito da Margaret Thatcher durante la Rivoluzione francese.
Il maestro è il compositore Leonard Bernstein, l’autore delle musiche di West Side Story (1961, 10 premi Oscar) e grande uomo di mondo.
Sempre su Netflix, che sta veramente mettendo a segno un filotto di ottime produzioni, c’è la lodevole serie manga Ooku. Le stanze proibite, 10 episodi di mezzora ciascuno alla maniera dello studio Ghibli. La storia è ambientata in Giappone al tempo degli Shogun ma occhieggia al nostro mondo e ci punzecchia di continuo i nostri pregiudizi. Bella!
Diamanti ottuagenari
Nella scorsa NL abbiano parlato di un magnifico ottuagenario, Hayao Miyazaki e del suo ultimo film. Ma non è l’unico ottuagenario a mandare messaggi di magnificenza.
Ci sono anche i Rolling Stones: Mick Jagger, 80 anni, Keith Richards, 79, e Ronnie Wood, 75. È vero che non c’è più un punto cardinale come il riservato ed elegante Charlie Watts, scomparso appena varcata la soglia degli ottanta, ma si va avanti lo stesso.
Gli Stones, dopo 18 anni, hanno messo insieme un nuovo album, registrato in studio, dal titolo molto londinese. Hackney Diamonds è in uscita il giorno 20 ottobre.
Hackney è un quartiere nel nord-est di Londra un tempo alquanto malfamato e oggi piuttosto gentrificato. Associato a diamonds forma un’espressione dello slang londinese che allude ai frantumi di vetro sparsi per terra dopo che il parabrezza di un’auto è stato infranto a scopo effrattivo. Tutto l’album è un’esplosione, ha detto Ronnie Wood, “un’esplosione sulla vostra faccia”, come potrebbe essere un parabrezza spaccato con un cric.
Hanno ancora voglia di fare casino e far esplodere le cose i Rolling Stones alla loro bella età.
Lo stesso non si può dire della gerontocrazia che domina la politica della più grande potenza del mondo. Vedremo nel grafico della settimana come, tristemente, le più alte cariche delle istituzioni americane siano appannaggio di ottuagenari. Ma non ci sono tanti diamanti tra loro.
Il ritorno del “senso”
Stop Making Sense del regista Jonathan Demme (Il sIlenzio degli innocenti, principali piattaforme, a noleggio) è la sorgente di tutti i concert movies dal vivo.
Il master della pellicola del 1983, era andato smarrito ed è casualmente saltato fuori in tempo per essere restaurato e mandato nelle sale di tutto il mondo per il 40° anniversario dei concerti dei Talking Heads (David Byrne, Chris Frantz, Tina Weymouth e Jerry Harrison) al Pantages Theater di Hollywood.
Presentato trionfalmente da Spike Lee al Festival del cinema di Toronto di quest’anno il film è impeccabilmente restaurato. La proiezione allo Scotiabank Theatre della città canadese ha visto anche la reunion della band dopo una lunghissima e un po’ acrimoniosa separazione.
Un film nevrotico che ti fa diventare nevrotico per un paio di giorni. Beninteso si tratta di musica meditativa, non nel senso di new age, però, perché è catarsi collettiva liberatoria, rito woodoo.
Demme, con otto telecamere, si concentra unicamente sulla performance della band. Nei titoli di testa e nel taglio delle riprese si vede già che a ispirarlo è la mano di Kubrick.
Scrive Danny Leigh, che ha dato 5 stelle piene al film sul “Financial Times”: “la performance del frontman David Byrne è cinema puro dall'iniziale Psycho Killer, eseguita da solo, fino alla corale chiusura con il brano Crosseyed and Painless”.
I membri del gruppo e il coro entrano in scena progressivamente in un crescendo anche di sound. Il film trova un ritmo sbalorditivo. Fotografia da Oscar di Jordan Cronenweth che veniva da Blade Runner.
Senz’altro il più grande film-concerto mai realizzato. “Spiacenti Taylor Swift – scrive “Vanity Fair” – ma l’evento dell’autunno 2023 è Stop Making Sense.
Nelle sale italiane a partire dal 29 settembre.
Come scrivere un bestseller: just type, not write
Lavorando nell’editoria da tanti anni non posso non segnalare a chi si è appassionato al mondo dei libri un articolo dell’“Economist”. Con la usuale verve, arguzia e buonsenso il magazine di Londra mostra come Dio giochi a dadi con i libri destinati a diventare bestseller.
Qualche perla?
La più grande casa editrice del mondo, la Random House, porta nel suo nome il senso del suo essere: un casa editrice che sceglie i libri a caso. Parole di Markus Dohle, alla guida di Penguin-Random dal 2013 al 2022. Scherzava, ma c’è del vero, come quando ha detto che i manoscritti si fa prima a pubblicarli che a leggerli.
Ian Fleming, il creatore di James Bond, raccomanda all’aspirante scrittore di successo di non “imbrattare” la storia con troppa introspezione e soprattutto ambientarla in belle giornate di sole. Se è nuvoloso il libro non diventerà mai un bestseller.
Gore Vidal diceva che la “merda ha più integrità di un bestseller”. Truman Capote, un altro tipo poco raccomandabile, a chi gli chiedeva come fare un bestseller rispondeva “just type, don’t write” che è come dire “No woman, No cry”.
Ma non voglio togliervi la soddisfazione di leggere l’articolo perché è uno spasso nella sua assoluta serietà. Lo trovate qui in traduzione italiana con un commento.
Capolinea
Cursum Perficio (capolinea) è il nome dell’ultima dimora di Marylin Monroe a Brentwood, un tranquillo sobborgo di Los Angeles. In questa appartata viareggina l’attrice ha trascorso gli ultimi sei tormentati mesi della sua vita.
Le ultime scene del film del 2022 Blonde (Netflix) sono state girate proprio nella casa di Brentwood al 12305 di Fifth Helena Drive.
La casa è tutt’oggi meta di un certo pellegrinaggio con persone che continuano a lasciare mazzetti di fiori sul portone d’ingresso.
Bene, la commissione edilizia del Comune di Los Angeles il 5 settembre ha autorizzato la demolizione della casa, dell’annesso garage e magazzino come pure il riempimento della piscina. Recentemente la casa era passata di mano per un valore di 8,5 milioni di dollari.
Appena si è diffusa la notizia della probabile demolizione, il Comune di Los Angeles ha ricevuto una mozione dalla rappresentante del quartiere di Brentwood per bloccare l’atto.
Lo scorso venerdì il Consiglio comunale di Los Angeles ha votato all’unanimità l’inizio della procedura per dichiarare l’abitazione della Monroe un monumento storico e culturale da porre sotto la tutela della Cultural Heritage Commission.
Ma a chi è venuto in mente di radere al suolo un simbolo del genere? È triste che però sia avvenuto e che un’istituzione pubblica della capitale mondiale del cinema non si sia chiesta che cosa stava facendo.
Certo il Comune di Parigi ha distrutto il ventre della città, Les Halles, per costruirvi un tremendo centro commerciale. Allora, perché non prendere esempio dal conservatorismo di Londra con tanto di 900 placche blu poste sui luoghi dove hanno vissuto persone illustri in ogni campo?
Grafico della settimana: il Senato americano è una RSA?
L’età delle persone alla guida delle istituzioni americane sta facendo impazzire Maureen Dowd, la opinionista del “New York Times” che copre quello che succede a Washington. Non è la sola ad essere seriamente preoccupata e infastidita.
Lo è chiunque si occupi minimamente di politica in America, anche se non è la maggioranza degli aventi diritto al voto. Al comando della corazzata americana c’è una gerontocrazia. Il “Financial Times” si spinge a scrivere che la senilità dei legislatori è una sfida per la democrazia stessa.
Infatti l’età media del Senato degli Stati uniti d’America è 65 anni. Quella della Camera dei rappresentanti 58 anni.
Adesso si sta pensando di mettere un termine per sedere al Campidoglio: 75 anni e se si superano ci vuole obbligatoriamente un test di competenza cognitiva.
Guardate questi grafici e specialmente il secondo. Se lo rapportiamo al dato dell’aspettativa di vita (76 anni) e all’età media della popolazione in America (39 anni) il Senato degli Stati Uniti sembra davvero una RSA.