
Buon giorno e buon inizio settimana. Oggi torniamo su un tema meno ansiogeno della salute, che, però, ha un certo legame, seppur indiretto, con questa nel senso che l’aiuta: i libri.
Ne parliamo partendo da un interrogativo e una proposta. Come è possibile leggere 52 libri l’anno? Non importa in quale formato o genere. Ci interessa solo il numero. Tentiamoci!
Pilita Clark ci dà dei buoni consigli.
L’arca dei libri
È inutile girarci tanto intorno: i libri contengono la migliore conoscenza e suscitano le emozioni più alte. Solo un film di Bergman ti può stare addosso come un libro (a proposito su Prime Video c’è un restaurato e integrale Persona, tagliato nella versione italiana finora corrente).
Per questo la mareggiata dei nuovi media non riesce a mandare alla deriva i libri. Restano lì come le scogliere di Dover e vi restano anche come sono sempre stati. I libri, la parola disruption la devono cercare sul dizionario per sapere che cosa significhi.
Uno dei più spietati disrupter del nostro tempo quando 15 anni fa, proprio in questi giorni, presentò il Kindle lo fece con queste parole: “Che cosa possiamo aggiungere al libro? Niente! È una tecnologia nata perfetta”.
Era Jeff Bezos, naturalmente, la persona che ha salvato il libro e non ha ricevuto nessuna gratitudine per averlo fatto. Il suo Kindle ha infatti bloccato ogni innovazione rilevante di contenuto e di formato, mentre gli altri tipi di contenuti entravano in una tempesta perfetta e fors’anche fatale. Il Kindle è stato proprio l’arca dei libri.
Un libro c’è sempre
E succede anche che i libri saltano fuori sempre nei momenti difficili, nonostante la concorrenza atroce che subiscono dai media più pavloviani e meno cerebrali.
Si sa per certo che durante la pandemia le persone hanno acquistato, aperto, letto e terminato più libri. Molti hanno iniziato anche a condividere le loro letture e si è scoperto che ci sono veramente dei lettori erculei. Le liste dei libri letti e consigliati da questi ultimi somigliano a una pagina dell’elenco telefonico. Ma come fanno a leggere così tanto? Fanno veramente invidia.
La sottile giornalista del “Financial Times”, Pilita Clark, che ogni lunedì tiene una spassosa rubrica sulla pagina di chiusura del quotidiano di Londra, si è divertita ad approfondire l’argomento ed è andata a scoprire questi lettori erculei. E ne ha scoperti alcuni che l’anno lasciata a bocca aperta.
… il catalogo è questo
Ryan Holiday, un libraio di Bastrop in Texas, dove si vive molto all’aria aperta, riesce a leggere 250 libri l’anno. Mensilmente Ryan invia una lista di titoli a 250mila persone che hanno accettato di ricevere la sua newsletter. E li legge davvero: si vede da come ne parla. Da un texano non te l’aspetteresti.
Un matematico canadese Vaclav Smil, che vive a Winnipeg dove si gela (oggi -18), oltre alle letture scientifiche collegate al suo lavoro, riesce a leggere altri 90 libri l’anno tra romanzi, biografie, volumi di storia e di arte. Che la sua vera passione siano le parole piuttosto che i numeri, anche se questi ultimi non mentono mai come recita il titolo di un suo libro? E allora? Anche Gadda era un ingegnere.
Tyler Cowen, l’economista americano della George Mason University (Virginia, Contea di Fairfax) che tiene il seguitissimo blog “The Marginal Revolution”, riesce a leggere cinque libri in una notte. Sarà parecchio nervoso il giorno dopo. Si dice che Marx radicalizzasse le sue teorie proprio dopo notti insonni a causa delle ragadi anali. Forse se le avesse curate non avremmo avuto la dittatura del proletariato. Però a quel punto, forse, non ci sarebbe stato neppure il libertarismo di Hayek, al quale Cowen, sia pur distanziandosene, si ispira.
Ma come si fa a leggere così tanto a tutte le temperature?
La ricetta di Pilida
1. Alzarsi presto. Cowen si alza alle 6:30 circa, quando Holiday si è già in piedi da un’ora.
2. Essere spietati. Se capita un brutto libro, metterlo via subito. Neppure rivenderlo, consiglia Cowen: “Si potrebbe fare del male a qualcuno”.
3. Leggere ovunque. I lettori forti leggono sull’autobus, sul divano, a letto oppure, con gli airpods, mentre portano a passeggio il cane, oppure vanno e tornano dal lavoro.
4. Fare skimming. La narrativa richiede una lettura attenta, parola per parola. Non si può saltabeccare. Ma nella saggistica si può fare perché è più importante capire che leggere. L’indice, l’introduzione, la conclusione, l’indice dei nomi e alcune pagine di ogni capitolo possono essere sufficienti per capire. Poi si può anche leggere una pagina dopo l’altra.
4. Leggere più libri insieme. Il trucco è variarli. Bene, però, evitare di leggere due storie monumentali allo stesso tempo.
5. Leggere generi diversi. Non limitarsi alla narrativa o alla saggistica. Cambiare anche autori, epoche e argomenti. Un amico, se in un luogo non trovava niente, si metteva a leggere l’elenco telefonico quando c’era. Ha poi scritto un libro sui cognomi.
6. Leggere ciò che si ignora. L’ignoto è più stimolante del noto, come ci dice Herzog in Aguirre, furore di Dio (a noleggio su Chili, 2,99 euro).
7. Leggere a cluster. Non limitarsi, per esempio, a un solo libro su Marie Curie. Bensì avviarne svariati. Bella la biografia della figlia Ève (BUR, anche in Kindle).
8. Disconnettersi. Mettere l’iPhone in modalità aereo o trovare un modo equivalente. Vaclav Smil è rimasto senza telefonino per anni.
9. Stare sul pezzo. Okay Netflix, ma non alla scala a cui molti di noi sono abituati. Per esempio solo al giovedì e alla domenica.
10. Evitare i malloppi. Lasciar perdere i libri in più tomi, meglio attenersi al volume unico. Stare lontani da Proust aiuta. Quest’ultimo suggerimento di Pilida Clark ha suscitato molte repliche, educate però cose si conviene a un luogo come il “Financial Times” dove non si gettano cartacce per terra.
Aggiungo qualcosa io
Se dedicate mezz’ora al giorno per 365 giorni alla lettura di un libro potreste anche raggiungere i due terzi dell’obiettivo, che è, ricordo, 52 libri all’anno. Con appena mezz’ora al giorno si possono mettere in saccoccia 5mila pagine in un anno.
Però c’è un modo più veloce di arrivarci: ascoltate invece di leggere. Se poi andate a velocità 2, come fa mio nipote quando ascolta le lezioni di diritto privato, potete raddoppiare l’obiettivo e invece di 52 i libri possono diventare 104.
Potete ascoltare mentre correte, passeggiate, andate al lavoro, nuotate, stirate o preparate la besciamella senza farla impazzire. Se poi vi si ossigena anche il cervello potete andare anche a velocità 2,5. Di più non esiste per ora.
Non preoccupatevi della concentrazione: il cervello sa che cosa acchiappare e sa cosa lasciare. Il core di un libro è circa il 20%. Lasciate fare all’istinto.
C’è anche un app su AppStore, Blinklist, che vi offre un concentrato di libro in 15 minuti. Con la stessa mezz’ora, potete così gestire 2 libri al giorno, 730 in un anno. Costo: solo 50 centesimi al dì.
Pensate però anche a un sabbatico.
Prima di andare
Hirst. Una buona notizia. L’impossibile Damien ha messo da parte animali, teschi adamantati per dedicarsi alla pittuta di fiori di ciliegio su grandi tele. La ratio: il costo delle materie prime è minimo e il ricavo è massimo. Adesso è totalmente allineato a Warhol che nel suo libro From A to B and Back Again scrive che il business è l’arte migliore.
Abbonamenti. L’abbonamento è, di fatto, il nuovo modo di accedere a un servizio online di una qualche qualità. La domanda è: quanti abbonamenti può, ragionevolmente, gestire una persona o una famiglia? Ci sono dei dati. Barclays payment ci fa sapere che una famiglia britannica spende in media 625 sterline per abbonamenti. Una bella cifretta. Activate, una agenzia americana di servizi di consulenza, ha stimato che un abbonato a un servizio a pagamento di video streaming ha 4,4 abbonamenti che cresceranno a 5,8 nel giro di due anni. Pensavo di più. Ammesso che uno ne riesca a tenere traccia. Gli investitori iniziano ad avere qualche perplessità su questo modello economico di distribuzione dei contenuti e nell’ultimo mese Netflix ha perso il 20% della propria capitalizzazione. Nel metaverso ci sarà senz’altro un differente modello, magari uno che abbiamo conosciuto molto bene.
Da sidoliatra (dò lucidità all’anima), sconsiglio vivamente gli airpods, in particolare per ascoltare libri invece di leggerli. Occorre invece leggere proprio perché i libri “contengono la migliore conoscenza e suscitano le emozioni più alte” (v. sopra) e non ammettono stetoscopi, qualunque forma essi abbiano. Legĕre (con i composti e la marea dei suoi derivati) rimanda a scegliere (in tutte le lingue che conosco): elezione, diligenza, prediligere, collegio, cogliere, collettivo… In tedesco, addirittura la vendemmia è lettura (die Lese). Meglio “guadagnare” 2 anni a leggere Proust e ascoltarne indisturbati tutti gli echi. Poi, tra 2 anni, toccherà a Joyce…
Con il vantaggio di vedere sempre dove si mettono i piedi !!!
Complimenti per le tue utili e interessanti riflessioni sulla lettura, Mario.
Vorrei solo segnalarti che anch'io ho realizzato qualcosa di simile a Blinklist in lingua italiana: il sito Tramedoro (www.tramedoro.eu), che contiene centinaia di riassunti (ormai quasi 400) dei più importanti libri di saggistica.
Ricevo questo commento per mail da Lisa Badocco che pubblico volentieri di seguito.
Comunque la sfida è affascinante, ma io non mi ci metto.
Leggo solo su carta (libri, intendo). Sono di quelli a cui piace il fruscio e l'odore della carta stampata. Non mi appassiono invece a uno scritto grigiognolo e tutto uguale come quello del kindle.
Ascolto a volte cose in inglese, ma in genere non ho una grande attenzione all'ascolto, ho bisogno del supporto visivo
Carta, carta, carta.
Mi piace il rumore e anche "mettere giù il libro". Sai, quando decidi che non leggi più e lo appoggi: è il "peso del sapere" e tu lo senti. Prima che tocchi la superficie, sai che quel peso l'hai dominato e quando lo appoggerai del tutto il "peso" si trasferirà a te, avrai imparato o avuto un piacere. Il clic del pulsante è troppo freddo per trasmetterti una gioia.
Ciao!
Lisa