Se Hollywood brucia, c’è sempre Livorno
Una splendida iniziativa di cinema nella città labronica
COPERTINA
Il trailer di “Profondo rosso”, 1975, uno dei film in programma al Cinema La Gran Guardia di Livorno nell’ambito dell’iniziativa “Cinema a Colazione” che include anche una serie di proiezioni dedicate ai film "cinquantenari", tra i quali, appunto, “Profondo rosso”.
Buon giorno e buon inizio settimana.
Oggi, pur andando di fretta, desideriamo segnalare un’eccellente iniziativa tuttora in corso a Livorno: “Cinema a Colazione” , un progetto giunto ormai alla sua terza edizione.
1896: Terrazza Mascagni
La città di Modigliani, che è stata una delle capitali italiane della Belle Époque, vanta una ricca tradizione culturale e ricreativa, con il cinema che ha rivestito e riveste un ruolo centrale nell’intrattenimento cittadino.
Non è un caso che Livorno sia stata tra le prime città italiane a ospitare, nel 1896, le proiezioni del cinematografo dei fratelli Lumière, appena un anno dopo la storica prima proiezione pubblica parigina.
Al pari delle maggiori capitali europee, Livorno accolse il cinematografo il 30 giugno 1896 all’Eden Montagne Russe, un parco divertimenti nell’area dell’attuale Terrazza Mascagni, allora Spianata dei Cavalleggeri.
Dell’evento sopravvivono alcuni manifesti, parzialmente leggibili, che invitavano i livornesi ad assistere a sette brevi proiezioni – definite “fotografia in movimento” – realizzate dalla società dei Lumière.
Il programma includeva: “La pesca delle sardine”, “Il giardiniere che innaffia”, “Corazzieri in carica”, “La battaglia di neve”, “Aquarium” e il celebre “L’arrivo del treno in stazione”, oltre a un titolo che non riesco a leggere.
1910: già 14 cinema in città
Conclusa l’estate del 1896, l’Eden smantellò le sue strutture per trasferirsi a Roma, ma il cinematografo aveva ormai messo radici a Livorno: già alla fine del primo decennio del Novecento, si contavano quattordici sale cinematografiche.
Le sale, per lo più di piccole dimensioni, si concentravano lungo Via Grande, l’arteria principale della città. Nel 1907 nacque la Cine Fides, società dedicata alla promozione e alla gestione delle sale di proiezione.
Nel 1913 venne inaugurata la prima grande sala cinematografica della città: il Salone Margherita, con una capienza di ottocento posti, rimasto attivo fino al 2013, quando fu convertito in negozio di abbigliamento.
Il cinema a Livorno non è solo storia, ma anche presente: la città ospita numerosi gruppi che promuovono delle ottime iniziative culturali, come quella che vi presento subito.
Il cinema a colazione
Si tratta di “Cinema a colazione”, un progetto che abbina la proiezione di film d’autore e cult a una colazione, cornetto (anche vegano) e cappuccino (anche di soia), servita nel foyer del cinema la domenica mattina.
Giunta alla sua terza edizione, la manifestazione si articola in due sezioni: “Opere seconde”, già terminata, e “Cinquantenari”, che celebra i film che compiono cinquant’anni, in programma dal 26 gennaio al 2 marzo 2025.
Le proiezioni si svolgono in storiche sale della città e ogni evento ha inizio alle 9:15 con la colazione, cui segue, alle 10:30, la proiezione del film, introdotta da critici cinematografici. Il costo del biglietto è di 8 euro, colazione inclusa.
Il progetto nasce dalla collaborazione di cinque realtà associative del territorio di Livorno le quali sono supportate dall’amministrazione comunale, che contribuisce anche finanziariamente.
Le associazioni sono: Centro Studi Commedia all’italiana, 50&Più Università di Livorno, FiPiLi Horror Festival, Circolo KInoglaz, Erasmo Libri. L’obiettivo è portare le persone nelle storiche sale della città.
Nello specifico: i cinema Quattro Mori, La Gran Guardia, Salesiani e il Centro Artistico il Grattacielo. Quando ho preso parte a una di queste proiezioni, La Grand Guardia ha dovuto aprire la sala più grande: c’era molto pubblico.
Succede anche in altre città. Abbiamo “Colazione al cinema” a Milano (Cinema Anteo), “Domenica Matinée” a Bologna (Cineteca), e poi a Rimini, Torino, Rovigo, Udine. Ravenna.ecc. C’è pure una “Colazione in pigiama”.
I film dopo la colazione
Il film più adatto a una rassegna di questo genere sarebbe il classico “Colazione da Tiffany”, disponibile su varie piattaforme. Però, è meglio seguire il cartellone di eventi predisposto dagli organizzatori del “Cinema a Colazione”.
Ecco i film della rassegna 2024-2025. Magari qualche titolo potrebbe offrirvi degli spunti per le serate d’inverno del 2025, quando un buon film rappresenta il modo per concludere la giornata divertendosi e anche imparando.
1. Opere seconde
NON APRITE QUELLA PORTA (The Texas Chain Saw Massacre)
USA /1974 / 83 min
regia di Tobe Hooper
con Marilyn Burns (Sally Hardesty), Paul A. Partain (Franklin Hardesty), Allen Danziger (Jerry), William Vail (Kirk)
Prime Video
Con il personaggio di Leatherface, Hooper ha rivoluzionato i connotati del genere horror. Con una rappresentazione cruda e spietata della violenza, il film ha demarcato un prima e un dopo nel territorio horror, oggi tra i generi più popolari. Generazioni di registi si sono ispirati al film che è un passaggio imperdibile per gli appassionati del genere.
PER UN PUGNO DI DOLLARI
Italia, Spagna, Germania Ovest / 1964 / 100 min
regia di Sergio Leone
con Clint Eastwood (Joe), Marianne Koch (Marisol), Gian Maria Volonté (Ramón Rojo), Wolfgang Lukschy (John Baxter), Sieghardt Rupp (Esteban Rojo)
Musiche di Ennio Morricone
Netflix, Now TV
Dopo Sergio Leone il western è diventato “spaghetti-western”. L’estetica del film, con i suoi lunghi e i primi piani espressivi, le musiche di Ennio Morricone e i paesaggi desertici immerge lo spettatore in un’atmosfera unica e inconfondibile. Il pistolero solitario e misterioso, l’“Uomo senza nome” (Clint Eastwood), è diventato un archetipo del genere.
IL POSTO
Italia / 1961 / 93 min
regia di Ermanno Olmi
con Loredana Detto (Antonietta Masetti), Sandro Panseri (Domenico Cantoni), Tullio Kezich (esaminatore psicotecnico), Guido Spadea (Portioli, l’impiegato miope)
Premio della critica al Festival di Venezia
YouTube, Internet Archive
Ambientato nell’Italia del dopoguerra, il film segue le vicende di un giovane alla ricerca del suo posto nel mondo del lavoro. La semplicità e la lentezza della narrazione, la profondità dei personaggi e l’attenzione ai dettagli fanno di questo film un punto di riferimento del neorealismo e uno delle opere più rappresentative del cinema italiano.
LEZIONI DI PIANO (The Piano)
Nuova Zelanda, Australia, Francia/ 1993 / 100 min
regia di Jane Champion
con Holly Hunter: Ada McGrath), Harvey Keitel (George Baines), Sam Neill (Alistair Stewart), Anna Paquin (Flora McGrath)
musiche: Michael Nyman
Palma d’Oro a Cannes, 3 premi Oscar su 8 candidature, 1 Golden Globe su 6 candidature
Now TV
Attraverso il personaggio di Ada (Holly Hunter), il film si incardina con intensità e verità sul tema della femminilità e del desiderio. Nell’ancora selvaggia Nuova Zelanda dell’Ottocento, una donna muta, con la musica, ritrova la propria voce e la propria identità. Le immagini potenti e la colonna sonora di Michael Nyman trasformano questo film in una coinvolgente esperienza emotiva e visiva.
AMERICAN GRAFFITI
Usa / 1973 / 110 min
regia di George Lucas
con Richard Dreyfuss (Curt Henderson), Ron Howard (Steve Bolander), Paul Le Mat (John Milner), Charles Martin Smith (Terry ‘Il rospo’ Fields)
4 candidature all’Oscar, 2 Golden Globe su 4 candidature
Prime Video
Sviluppata in una notte d’estate, la storia cattura l’atmosfera e l’essenza di un’epoca, gli anni ’50, anni di speranze, sogni e inquietudini. Vi si legge la nostalgia e l’ansia al cambiamento di una generazione ben esemplificata dalla colonna sonora, ricca di successi rock’n’roll. Il film ha ridefinito il coming-of-age, influenzando la cultura pop e il modo di raccontare storie attraverso la musica e i ricordi.
2. Cinquantenari
Romanzo popolare
Italia / 1974 / 102 min
regia di Mario Monicelli
con Ugo Tognazzi (Giulio Basletti), Ornella Muti (Vincenzina Rotunno), Michele Placido (Giovanni Pizzullo), Pippo Starnazza (Salvatore Armetta)
musiche di Enzo Jannacci
David di Donatello ad Age e Scarpelli per la sceneggiatura
DailyMotion, prime Video
Il film di Monicelli è un affresco ben riuscito della società italiana degli anni ’70. L’umorismo e la commedia si intrecciano con la critica sociale. In questa prospettiva, la storia di un tradimento familiare diventa lo spunto per riflettere sulle tensioni sociali e di classe, sullo scontro tra tradizione e modernità in una società in veloce cambiamento come quella italiana dell’epoca.
LA CONVERSAZIONE (The Conversation)
USA / 1974 / 114 min
regia di Francis Ford Coppola
con Gene Hackman (Harry Caul), John Cazale (Stan), Allen Garfield (Bernie Moran), Frederic Forrest (Mark, amante di Ann)
3 nomination all’Oscar e 4 al Golden Globe
Prime Video
Coppola ha costruito un sofisticato thriller psicologico sullo spionaggio e la manipolazione attraverso l’azione di un tecnico del suono incaricato di alterare una conversazione registrata. Si tratta di una inquietante e anche attuale meditazione sulla natura della verità, dell’identità e del potere. La trama complessa e l’atmosfera opprimente hanno reso quest’opera un classico del genere thriller.
PROFONDO ROSSO
Italia / 1975 / 127 min
regia di Dario Argento
con David Hemmings (Marcus Daly), Daria Nicolodi (Gianna Brezzi), Gabriele Lavia (Carlo), Clara Calamai (madre di Carlo), Macha Méril (Helga Ulmann)
musiche dei Globin e di Giorgio Gaslini
YouTube, Plex
Il film rappresenta una pietra miliare del cinema horror. La trama avvincente, la regia innovativa e le musiche dei Goblin e di Giorgio Gaslini hanno ispirato intere generazioni di registi, definendo il canone del genere. Lo stile visivo di Dario Argento, contraddistinto da una vibrante palette cromatica e da inquadrature di rara potenza espressiva, è diventato una maniera narrativa alla quale si ricorre ancora oggi.
PROFESSIONE REPORTER (THE Passenger)
Francia, Italia, Stati Uniti d'America, Spagna / 1975 / 121 min
regia di Michelangelo Antonioni
con Jack Nicholson (David Locke), Maria Schneider (ragazza), Steven Berkoff (Stephen)
Prime Video
Il film di Antonioni è un dramma che ruota intorno ai temi dell’identità, dell’alienazione e dello spaesamento. La narrazione stratificata, l’utilizzo simbolico del paesaggio e il finale enigmatico sollevano interrogativi profondi sulla natura della realtà e dell’identità individuale nella società globalizzata. Per la sua straordinaria capacità di evocare un senso di smarrimento esistenziale, il film si è affermato come pietra miliare del cinema d’autore.
Il piano sequenza finale di “Professione Reporter”, il film di Michelangelo Antonioni che chiude la sezione dei “Cinquantenari” della iniziativa livornese “Cinema a Colazione”.