Copertina
Siamo tutti parimenti umani! Anche le piante, vero Mancuso? Alla fine, se ne convince anche l’assertivo mad man Don Draper, il tabagista che in ogni episodio precipita nel vuoto volteggiando tra i grattacieli di Madison Avenue nella serie che ha definito il canone narrativo di questo tipo di spettacolo.
La scritta “siamo tutti umani”, così come la vedete, è fissata con due magneti allo sportello di un armadio del nostro ufficio. A scriverla con un pennarello è stata Crystal Melisa C. quando era tirocinante da noi. Oggi è laureata e si appresta ad intraprendere una carriera nell’editoria. La NS di oggi ospita un suo intervento.
Buon giorno e buon inizio settimana
Ogni anno accogliamo una mezza dozzina di persone a stage. Molte sono poco più che ventenni. Lo stage (in genere di 300 ore) è parte integrante del loro curriculum di studi.
Alcune vengono dal master in informatica del testo ed edizione elettronica dell’Università di Siena, all’interno del quale svolgiamo un laboratorio, altre dal master in editoria cartacea e digitale dell’Università di Firenze, altre ancora dalla Scuola di editoria di Peretola riconosciuta dalla Regione Toscana.
Loro imparano molto da noi e noi impariamo molto da loro. Sì perché fin dal primo giorno li “gettiamo” nel vivo della cucina editoriale. Cuciniamo tutti lo stesso pasto.
Loro imparano
Se una persona ha già una idea definita sul mestiere, tra i molti dell’editoria, verso il quale tende è intorno a quello che svolgerà il proprio tirocinio senza troppe distrazioni, se non quelle proprio indispensabili, come la pausa caffè, oggi con le brioche vegane. La mezzoretta di pausa caffè è un importante momento di olocrazia. Una stagista, Grazia B., ha proprio scritto la tesina di master sul significato di questo momento comunitario che si svolge nella cucina del nostro co-working, l’impact Hub di Firenze.
Se invece nella mente c’è tabula rasa allora si viene chiamati, come accade a Chihiro sul trenino de La Città incantata (Netflix), a fare un viaggio che tocca le varie stazioni del lavoro editoriale, il contenuto, gli aspetti grafico-tecnici, il marketing e le vendite, lo sviluppo del software.
Sì, anche sviluppo del software perché, come dice l’amico Matteo Hoepli, le case editrici sono case di software. Ora più che mai che c’è l’intelligenza artificiale a ruzzolare i contenuti. E lo fa molto bene.
È un percorso quello in cresta alla professione editoriale che può servire a cristallizzare nella o nel tirocinante una vocazione latente per un comparto di questo lavoro. Succede così che molte persone che hanno svolto con noi un tirocinio, dopo aver superato l’esame finale del master, tornano a trovarci con il proposito di spendere la loro vita lavorativa proprio nel mondo dei libri, com’è successo alla persona della quale oggi ospitiamo un contributo.
Noi impariamo
C’è poi l’altra faccia di questa esperienza, quella che noi impariamo da loro. Definirei questa faccia una sorta di corso di aggiornamento sulla modernità, cioè su quello che sta succedendo nel tessuto della società alla quale ci rivolgiamo con le nostre attività. “E sotto come va? Fuori come va?” si chiede il rocketman Ligabue che viaggia in Prima. Una bella domanda.
Ecco un caso del “fuori come va?” tra i molti che abbiamo avuto. Quello di Crystal Melisa C., appunto.
Melisa, che ha trascorso con noi qualche mese, è un’attivista del movimento transfemminista. Abbiamo appreso che il transfemminismo respinge ogni discorso sul genere, perché per loro il genere non esiste proprio, siamo tutti umani. Si tratta di un modo di vedere la società moderna che ha molte ricadute sui comportamenti individuali e sulla comunicazione sociale e il suo principale veicolo, la lingua. La lingua ferisce e lenisce, ma troppo spesso fa male.
Grazie pure a Melisa, ci siamo resi conto quanto sia crudelmente esclusiva e noncurante anche la lingua alta, quella dei libri per esempio, nei confronti di esperienze di vita, sistemi di pensiero e visioni differenti dal canone vigente.
Siamo tutti ugualmente umani, o no? Beh se lo siamo dobbiamo iniziare un po’ a ripulirci partendo dalla lingua. Sul concetto di “andare fuori a ripulire” ruota anche l’ottima serie Silo (Apple Tv+).
Stimolato anche da questa presenza il nostro gruppo ha iniziato a farlo e anche a pretenderlo dal complesso delle relazioni in cui è inserito.
Ritorno all’editoria
Sono ormai svariati mesi che Melisa ci ha lasciati. Nel frattempo si è laureata in sociologia discutendo una tesi sui libri di testo dal titolo “La socializzazione di genere nei libri scolastici” che, per noi, ha riassunto nel migliaio di parole che seguono questa introduzione.
A Ottobre andrà a Bruxelles per un tirocinio di sei mesi al termine del quale spera di continuare la sua esperienza in quella città. Sia che resti lì, sia che torni in Italia la sua idea è quella di lavorare nell’editoria, nel mondo dei libri o di quello che diventeranno.
Di seguito siamo lieti di proporvi questo suo contributo che svolge un tema sul quale sinceramente non ho mai riflettuto. C’è sempre qualcosa da imparare. Alla fine, come dice Don Draper, nell’exit della serie, prima o poi arriva il momento “per un nuovo giorno, nuove idee, un nuovo te».
Buona lettura!
In questa clip della “La città incantata” di Hayao Miyazaki, c'è una delle più immaginifiche scene del cinema di animazione. È il viaggio in treno di Chihiro Ogino/Sen e dell’Uomo senza volto verso la sesta stazione dove abita la maga Zeniba. L’accompagnamento musicale di Joe Hisaishi contribuisce in modo decisivo all'incantesimo di questa scena.
Diventare bambine e bambini
di Crystal Melisa Corrieri
Introduzione
Partendo dall’idea largamente diffusa in letteratura che il genere sia influenzato principalmente dalla cultura della società in cui cresce l’individuo, questo progetto di tesi approfondisce il ruolo dei libri di testo scolastici sullo sviluppo dell’identità di genere attraverso un’analisi quantitativa e qualitativa su un volume di quarta elementare del 2022 comparato con i risultati raccolti dalla ricercatrice Irene Biemmi su alcuni volumi di inizio anni 2000.
Fattore biologico o sociale/culturale?
L’identità di genere è il frutto di una serie di fattori biologici o sociali/culturali?
Il dibattito sull’origine delle differenze di genere si articola in due teorie principali, quella essenzialista e quella costruttivista. Le teorie essenzialiste sostengono che le differenze di genere siano di origine biologica, mentre le teorie costruttiviste si basano su una concezione sociale e culturale delle differenze.
Le teorie essenzialiste sono ormai superate in letteratura, ma continuano ad avere un grande riscontro popolare per diversi motivi, tra cui la scienza occidentale moderna che, per esempio, trasmette l'idea del corpo come un dato naturale e conoscibile oggettivamente, ma il corpo si situa nella linea di tensione che separa le scienze sociali da quelle biologiche e non può essere considerato neutro o indifferente rispetto all’ambiente in cui si vive.
Infatti, la maggior parte degli studi basati sulla genetica, sugli ormoni o sul cervello non hanno mai dato risultati significativi a favore di questa teoria, oltretutto considerando che gran parte si basavano sui ratti o sui porcellini d'india. Ad esempio, è possibile affermare che se gli ormoni causano il comportamento, anche il comportamento causa gli ormoni. E anche lo sviluppo del cervello può essere influenzato dai fattori ambientali, oltre che dagli ormoni sessuali.
In estremo contrasto con queste teorie si trova la prospettiva costruttivista, che considera il corpo come una tela sulla quale la cultura dipinge immagini di genere.
Tuttavia, sebbene il contesto sociale abbia indubbiamente un'influenza importante (e forse anche maggiore del fattore biologico), anche le teorie costruttiviste sono incomplete, poiché trascurano completamente la materialità del corpo.
Dunque, la conclusione di questo dibattito ci porta ad affermare che ognuno di noi ha molte storie (quella economica, psicologica, familiare, genetica, ecc.) ed è la somma di tutti questi eventi che produce l'identità di genere.
Attraverso l’occhio dell’antropologia
In Sesso e temperamento in tre società primitive (1935), l’antropologa Margaret Mead ha riportato i risultati delle sue ricerche su tre diverse tribù della Nuova Guinea, ribaltando ancora una volta le comuni convinzioni con un’interpretazione della società contemporanea attraverso popolazioni primitive.
Gli Arapesh, donne e uomini, sono educati alla collaborazione, alla non-aggressività, alla comprensione delle necessità e delle esigenze altrui. In netto contrasto, i Mundugumor, donne e uomini, si sviluppano in individui duri, crudeli, aggressivi, con una carica sessuale positiva e gli aspetti materni ridotti al minimo. Né gli Arapesh, né i Mundugumor, presentano alcun contrasto tra i sessi.
La terza tribù, i Ciambuli, rappresenta il vero e proprio rovescio della nostra cultura, poiché la donna è la partner dominante, direttiva, impersonale, mentre l’uomo ricopre la posizione di minore responsabilità e di soggezione sentimentale.
Secondo Mead, se quegli elementi del temperamento che noi consideriamo femminili (come la passività, la sensibilità o la propensione ad occuparsi dei figli e delle figlie), possono facilmente appartenere agli individui maschili in una tribù ed essere esclusi sia dal carattere maschile che da quello femminile in un’altra tribù, allora manca ogni fondamento per giudicarli legati al sesso.
Infatti, durante la propria vita, le persone sono protagoniste di un processo volto alla scoperta e alla consapevolezza di sé e questo percorso si nutre delle sollecitazioni provenienti dai dai contesti sociali e culturali, dalle spinte emotive e cognitive individuali, dalle esperienze vissute e dalle interazioni sociali.
Le agenzie di socializzazione, come la scuola, la famiglia e i media (di cui fanno parte anche i libri), sono i contesti all’interno dei quali avviene la mediazione tra l’individuo e il sistema sociale.
Il ruolo e i contenuti dei libri di testo scolastici
Le storie narrate alle bambine e ai bambini hanno una grande influenza sullo sviluppo della loro identità perché forniscono modelli semplificati in cui è facile identificarsi. Gianini Belotti prende come esempio Biancaneve, “una stolida ochetta che accetta la prima mela che le viene offerta, per quanto sia stata severamente ammonita di non fidarsi di nessuno”.
Quando i sette nani accettano di ospitarla, i ruoli si ricompongono: loro andranno a lavorare e lei farà le faccende domestiche. La sua unica qualità è la bellezza e solo il principe azzurro riuscirà a salvarla dai suoi guai.
E i libri scolastici diventano ancora più determinanti delle storie poiché vengono presentati in un contesto autorevole come la scuola e i contenuti di questi libri devono essere studiati dalle bambine e dai bambini, dando per scontato che siano giusti e indiscutibili.
Il lavoro di analisi sui libri di testo scolastici è stato utile sia per conoscere l’entità del problema della disparità di genere, sia per capire se, specialmente a seguito dell'inchiesta della ricercatrice, le case editrici si fossero adoperate per attualizzare e rendere paritari i contenuti.
Parità nei numeri?
L'analisi quantitativa ha permesso di raccogliere i dati a proposito del numero di femmine e maschi presenti nelle storie, considerando anche la variabile dell'età, il numero di femmine e maschi caratterizzati secondo il ruolo parentale e/o professionale e il numero di femmine e maschi in una determinata ambientazione o in un determinato tempo.
I risultati più interessanti sono tre: l'invisibilità femminile riscontrata nell'analisi di Biemmi è quasi del tutto scomparsa, mostrando un grande miglioramento da questo punto di vista. Tuttavia, gli altri risultati, mostrano che gli uomini che lavorano sono aumentati mentre le donne che lavorano sono diminuite e perdura la sottorappresentazione delle donne negli spazi aperti. Inoltre, anche nelle storie ambientate al passato le donne sembrano non esistere.
Stereotipi e antistereotipi
L'analisi qualitativa, invece, si concentra su due casi estremi: le rappresentazioni stereotipate, che attribuiscono a donne e uomini ruoli determinati e limitati dal loro sesso, e, viceversa, le rappresentazioni anticonvenzionali.
A questo punto, Biemmi si pone alcune domande cioè: questi stereotipi o antistereotipi come vengono presentati? Vengono approvati, criticati o accettati passivamente? Quindi assumono una connotazione positiva, negativa o neutra? Seguendo questo ragionamento, Biemmi ha costruito una scala di sessismo per valutare i testi (che quindi li abbiamo utilizzato anche nell’analisi del 2022).
Anche in questo caso, i risultati mostrano una positiva evoluzione, ma ancora insufficiente. A differenza dei testi della stessa casa editrice analizzati da Biemmi, nei testi del 2022 non ci sono elementi tradizionalmente stereotipati, come una madre che impiega tutto il suo tempo a cucinare e pulire o un padre freddo e distaccato.
Tuttavia, non ci sono neanche molti esempi di bambine e bambini impegnati in attività anticonvenzionali, come una bambina appassionata di macchine o un gruppo di bambini che gioca con le bambole. Anche donne e uomini potrebbero essere rappresentati in una varietà di ruoli inesistenti nei libri ma tipici della realtà, come una donna ingegnera o un uomo infermiere.
Racconti con contenuti di questo tipo sarebbero estremamente importanti per ampliare l'immaginazione dei bambini ma soprattutto delle bambine, che (attraverso questi libri in particolare) da sempre hanno potuto immaginare un solo e unico futuro: quello di madri (e mogli) a tempo pieno.
Ampliare il “campo di pensabilità” delle bambine e dei bambini
Il mondo dei libri scolastici era ed è rimesto ristretto e limitato nel continuare a presentare un modello unico di femminile e maschile.
Questo mondo ribadisce l’esistenza di un binarismo dicotomico immutabile, in cui le femmine faticano a prendere lo spazio che meritano e i maschi ricoprono un ruolo di potere preciso e fisso.
Non è difficile immaginare che questi mondi costruiti all'interno dei libri scolastici abbiano un forte impatto sul presente e sul futuro delle bambine e dei bambini.
Certamente non sono l'unico fattore, ma rappresentano un importante punto dal quale partire per iniziare a cambiare la cultura verso la piena ed effettiva parità.
Prima di andare
Programma. Il prossimo lunedì la NL proporrà il piatto vegano del mese con le zucchine e i cetrioli dell’orto della nostra cuoca Maura. Poi per il periodo estivo (luglio, agosto e prima decade di settembre) la newsletter del lunedì lascerà taglio monografico per offrire una breve rassegna commentata delle notizie della settimana per noi più stimolanti. La NL del giovedì continuerà nel formato attuale salvo una interruzione nelle settimane centrali di agosto. Una felice estate!