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Almeno una volta al mese, andiamo vegano
Buongiorno e buon inizio settimana. Oggi qualcosa di …particolare. Si tratta di un qualcosa cui tengo molto, per ottenere il quale ho dovuto darmi da fare. È parte di un discorso da un lato molto complesso ma, dall’altro, anche molto semplice, come un film del 92nne Clint Easwtood.
Riguarda il fare una cosa “giusta” e, fors’anche vagamente, “etica”. Di solito, facciamo moltissime cose “giuste” e vagamente “etiche”, direi anzi quasi tutte: adesso ve ne propongo una, che non costa sforzi particolari ed è intimamente buona: andare vegano... per ora solo una volta al mese. Già molti lo faranno già.
Noi ci impegnano, “semel in mense” appunto, a darvi qualche spunto, con il rispetto dovuto e senza pretese, seguendo l’esempio Linda Eastman McCartney che lasciava liberi i suoi figli di scegliere, anzi li spingeva nella direzione opposta. Poi la motivazione sarebbe stata più forte. E così è stato.
Da problema a occasione
Da quando vivo (ahimè!) da solo (col gatto Billi), ricevo inviti frequenti dagli amici per pranzo o per cena… So di essere un problema e sempre mi affretto a dire “non state a cucinare a me va bene anche un’insalata”. Ma il senso di ospitalità e l’anelito a fare bene di gente orgogliosa e spigolosa come i toscani impedisce agli amici di aderire a questo appello al minimalismo alimentare, verso il quale tendo.
E così questo problema finisce per diventare un’opportunità. Tant’è che spesso mi meraviglio di cosa si sia capaci di fare, magari con l’aiuto del Bimbi, con un cavolo, dei finocchi, delle rape o dei broccoli, specialmente quest’ultimi!. Non si raggiungono le vette dello Joia di Milano o del Maggese di San Miniato al Tedesco – che, a ragione, si fanno pagare profumatamente — eppure si va molto in alto. Stupefacente!
Le stesse persone che mi ospitano sono i primi ad appassionarsi a tal punto che, sovente, ricevo l’invito a tornare presto in modo da sperimentare altri piatti, magari con lenticchie.
Così tutti gli amici ormai sono diventati provetti cuochi di appetitosi piatti vegani e a farlo senza sforzo e con entusiasmo anche quando non ci sono io a tavola o c’è solo mezzora per cucinare.
Il talento di Maura
C’è una persona che però ha un vero talento creativo per questo tipo di cucina e ricerca in continuazione nuovi mix, nuovi ingredienti, nuove idee. La modestia e la riservatezza di questa persona la trattiene dal fare i passi che dovrebbe fare, ma c’è veramente del professionismo di alto livello nel suo modo di cucinare. Basterebbe partecipare a una delle cene organizzate da Slow Food dove è lei a guidare la truppa di cucina.
Per questa sua natura misurata, ho faticato un bel po’ a convincerla a scrivere delle ricette per la nostra modesta NL… e insisti e insisti, alla fine ha detto di sì. Ho posto solo una condizione.
Siccome molti vegani sono sofisticati ed esasperanti nel loro sentirsi parte della punditocrazia, ho chiesto a Maura di preparare delle ricette con ingredienti che si possono prendere alla Coop o alla Esselunga e che non richiedono degli skill gastronomici particolari per farne un pasto… a cinque stelle (NO, non quelle che state pensando!…).
Poi, se c’è un piccolo intruso, pazienza. Come ci racconta Yuval Noah Harari, che si definisce tendenzialmente vegano, quando va dalla mamma o è ospite non rifiuta di certo una fetta di torta perché dentro c’è un uovo. Certo la carne è tabù, ma su altre cose si può andare in limitata deroga quando è proprio il caso. Il buon senso è tutto.
Grazie Maura per queste tue belle originali e anche semplici composizioni.
Iniziamo con un piatto che sembra apparentemente complicato, ma che non lo è: semplicemente replica, in un’altra koiné, uno dei patti più popolari in Italia e nel mondo.
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Lasagne vegane ai broccoli e besciamella di cavolfiore
di Maura Alfaroli
Ingredienti per 4 persone
Per la pasta: 150 gr di farina di semola rimacinata 70 gr di acqua tiepida 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva 1 pizzico di sale
Per la besciamella: 500 gr di cavolfiore 300 ml di latte di soia 2 cucchiai di olio Sale, noce moscata
Per il ragù 700 gr di broccoli 2 spicchi di aglio 200 gr passata di pomodoro 20 gr semi di zucca 20 gr semi di girasole Paprika dolce 20 gr lievito alimentare in fiocchi
Preparazione e cottura
Per la pasta
Mettete la farina in una ciotola, aggiungete l’acqua tiepida, il sale, l’olio e impastate fino ad ottenere un composto liscio e compatto. Fate riposare per 30 minuti coprendo con una ciotola. In alternativa potete comprare delle lasagne senza uova già pronte!
Per il ragù
Dividete il broccolo in piccole cimette e tagliate a dadini anche la parte più tenera del gambo In una padella scaldate poco olio extravergine con 2 spicchi di aglio, aggiungete il broccolo e saltatelo per qualche minuto a fiamma vivace; aggiungete il pomodoro, poca acqua se necessario, sale e pepe.
Fate cuocere abbassando la fiamma per circa 10 minuti o comunque fino a quando il broccolo diventa morbido
A parte in una padellina antiaderente tostate i semi di zucca e di girasole con un cucchiaino di olio e un pizzico di paprika
Per la besciamella
Dividete il cavolfiore in cimette e cuocetelo a vapore (in pentola a pressione 10 minuti di cottura),deve essere ben cotto. Frullatelo insieme al latte di soia, aggiungete 2 cucchiai di olio, sale, noce moscata, se necessario un po’ di acqua di cottura. Deve avere la consistenza di una besciamella morbida.
Tirate la pasta con il matterello o la macchinetta e ricavatene dei rettangoli. Lessate la pasta un po’ per volta per circa 1 minuto in acqua bollente salata, scolatela, passatela sotto l’acqua fredda e stendetela su un panno da cucina.
Assembliamo le lasagne
Mettete sul fondo di una pirofila un po’ di besciamella e poco olio, disporre uno strato di pasta, coprite con la besciamella, aggiungete un po’ di ragù di broccoli, una parte dei semi tostati e una spolverata di lievito alimentare. Proseguite con gli strati, almeno 3 o 4, fino ad esaurimento degli ingredienti. Infornate a 180 gradi per circa trenta/quaranta minuti.
Bon Appétit
Prima di andare
La compagnia del conio, go-cripto. Siamo finalmente pronti per lanciare go-cripto, la compagnia del conio con lun amministratore della compagnia, un esperto di finanza, gestirà il piccolo capitale delle quote associative per investimenti cripto. A cadenza regolare renderà conto su Zoom, ai membri della compagnia, dell’andamento dell’investimento e delle nuove tendenze del cripto e del metaverso. Chi fosse interessato ad aderire mi può scrivere, anche per dettagli: mmancini@me.com.
Le lettere inglesi. Sa pochi giorni goWare ha ripubblicato uno dei testi fondativi del sentire moderno, Le lettere inglesi di Voltaire (4,99 su Kindle Store) nella storica edizione curata da Paolo Alatri. L’opera è corredata da tre saggi importanti di Eric Auerbach, Theodore Besterman, Cesare Luporini e da uno scritto di John Stykes sui quaccheri, ai quali Voltaire dedica quattro lettere.
Nelle parole di Cesare Luporini “Un capolavoro di polemica civile, di alta pubblicistica e di divulgazione.
In quelle di Lytton Strachey: “Vai a Parigi e cerca Rue de Beaume (dove era la residenza di Voltaire)… medita su questa esistenza e fatti coraggio: ce la puoi fare”
Stavolta, niente Sidol; solo un po’ di olio… di gomito, poco poco, tanto per degnare. Non amo i tabù alimentari, neanche vegani: appesi a una “religio” spesso derubricata a “etica”, comportano sovente un comitato etico, rigorosamente “interconfessionale”, serissimo (mai che si rida) e “tollerante” che discute, definisce, stabilisce, dirime, rinvia, canonizza… OK, sono un matusa irrimediabile, non ci badate.
Ah! La coltivazione della soia, poi, mi dà qualche dubbio… e qualche incubo… (No, non lei sola…).
La vita per le persone "di una volta" (a proposito, in Veneto si dice "de stiani", che evidentemente non significa 'di questi anni' dato che si tratta di anni passati. Qualcuno mi può aiutare sull'etimologia?) Diventa sempre più difficile.
Ad ogni modo, sono allergica ai gatti, mentre mia figlia è tremendamente allergica ai cani, tanto da avere delle grosse limitazioni che a quanto pare nessuno considera (non può andare in un locale chiuso nemmeno se un cane è appena andato via. Se in un ufficio pubblico c'è qualcuno con un cane, è lei che deve uscire al freddo perché tanto nessun proprietario di cani capisce che per l'animale può essere meno pesante stare fuori col freddo che per un umano.).
Sono nata nel passato e ho felicemente convissuto con idee e abitudini per cui adesso tanti mi riudierebbero. Mi dichiaro ufficialmente novegan.
Non posso farci niente, riesco a mangiare carne e uova.
Rispetto però chi ha un'idea diversa. Se venite da me non ho la minima difficoltà a prepararvi interi menù senza neanche l'ombra di un uovo o di un salume. Vi aspetto, magari per un risotto agli agrumi, ma il mio lato bolognese si ribella alle lasagne di broccoli.
Chiederei anch'io un Vs gentile commento su "la libertà di NON essere vegani, non voler tenere animali (ho però un giardino con vari uccelli, che nutro con i becchimi giusti), non trovare giusto dare prodotti di lusso agli animali mentre ancora mezzo mondo non sa come arrivare a sera, e la possibilità di essere ancora un po' considerati anche se gatti e cani non fanno parte della ns vita.