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Ricevo da Paolo Manca sulla mail questo commento al post. Si tratta di un punto di vista molto interessnte che riporto di seguito. Paolo Manca già docente di Matematica finanziaia all'Università di Pisa e autore e saggista in molti campi. Il suo ultimo libro è "Ma Dio c'è?".

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Chi si occupa di organizzazione (escludo gli accademici che non sanno neppure organizzare il cassetto dei calzini) sa bene che all'interno di ogni struttura si creano gruppi di interesse che perseguono il proprio interesse sulla scorta di regole implicite risultano prevalenti rispetto alle regole formali dichiarate.

La prima regola del burocrate è dunque operare fino ad eliminare ogni corpo estraneo: ogni struttura nel suo complesso non deve avere altre finalità che osservare "il regolamento" cioè quell'insieme di regole inutili che solo il burocrate conosce e sa applicare.

Seconda regola: il regolamento è un essere vivo che cresce e si complica ogni giorno mediante lo sviluppo delle "UCAS".

Terza regola : Il burocrate è l'unico sacerdote in grado applicare il regolamento con i nemici e di interpretarlo con gli amici.

Paolo Manca

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Avrei da dire qualcosa sul tuo ultimo pensierino - mi fanno venire in mente i giornalini di Sanguineti o il diario minimo di Eco. So che sai stuzzicare e provocare., e quindi e' meglio star zitti. Comunque, il fatto che il tuo conoscente sia un idiota e' un argomento fasullo che non qualifica niente. Non e' una questione di aut-aut; bisogna pensare con la dialettica le varie forme della 'burocrazia' - la prassi, l'organizazzione, il linguaggio usato, i modi di comunicare l'informazione.. Ogni ente richiede una forma di organizzazione e contabilita', sia che si tratti di una piccola ditta, una scuola, un'universita', un ospedale, un prigione, un sistema di trasporto pubblico, un dipartimento ministeriale. Tutto dipende dal suo atteggiamento verso il cittadino, dalla sua struttura gerarchica o meno, apertura o chiusura, capacita' di rinnovarsi o di subire la sclerotizzazione. Insomma, e' una questione politica e culturale. Burocrazia significa office workers. Forse perfino tu avrai parlato di backoffice senza un intento spregiativo. Per il mio libro, la burocrazia sei tu.

Questo il commento molto intelligente del mio amico David Groves, già professore di Italiano allìUniversità di Wellington in Nuova Zelanda.

Difficile dargli torto, ma lui vive in un paese a bucocrazia quasi zero, beato lui!!

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Ti ricordi David quando nel lontano 1986, dopo che l'Italia aveva perduto 70 a 0 dagli All Blacks nella coppa del mondo di Rugby, ho cercato di spiegare ai tuoi studenti un titolo della "Gazzetta del Sport" che diceva "È morto il signor X", facendo allusione all'intenzione della lega Calcio italiana di abolire il pareggio nelle partite di campionato (cosa che poi non è avvenuta). Ora tu David conosci l'Italia come me anche se manchi da tanti anni, ma spiegare a un giovani Kiwi il significato della burocrazia in Italia e come spiegare perché "il signor X" non è un signore, ma una casellina sulla schedina.

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