di Mario Matteini
[Ultimo episodio di cinque della serie “Le parole nella storia”]
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Buongiorno e buon fine settimana. Eccoci all’ultimo episodio della serie di Mario Matteini sulla storia del telegramma che ci accompagna da quattro giovedì e che ha ricevuto una buona attenzione, stando al report di Substack.
Lo aspettiamo per una nuova tornata della serie “Parole della storia”. Mi si dice, senza troppi particolari, essere sulla valigia nella storia. Al che mi viene in mente Il superbo film La donna con la valigia (su RaiPlay e YouTube) di Valerio Zurlini, intellettuale di vaglio oltre che raffinato regista e sceneggiatore, purtroppo scomparso prematuramente.
Curatissima la colonna sonora del film con Mina, Celentano, Gino Paoli, Bindi e molti altri. Siamo nel 1961 e il Festival di Sanremo lo vincono Luciano Tajoli e Betty Curtis con due interpretazioni polari della mitica Al di là, dove c’era già lo zampino di Mogol. Secondi Celentano e Little Toni (24 mila baci), terza Milva (Il mare nel cassetto), quarta e quinta Mina con Io ami tu ami e la spaziale Le mille bolle blu (Pallavicini-Rossi). Un piazzamento deludente quest’ultimo che convinse la cantante di Cremona a mettere un sasso su Sanremo. Roaring years davvero.
Senza più divagare vi lascio a Mario Matteini e al suo divertente e conclusivo post.
Il più corto e quelli più spiritosi
Fortunatamente ci sono telegrammi passati alla storia perché curiosi o divertenti. Ne ricordiamo alcuni, per concludere con un sorriso.
Cominciamo con il telegramma più breve, che è quello inviato da Oscar Wilde (secondo alcuni da Victor Hugo) al proprio editore, per chiedere informazioni sulle vendite dell’ultimo libro pubblicato. Era composto da un solo punto interrogativo. L’editore sembra abbia risposto con un punto esclamativo.
Il telegramma più spiritoso (e poi diventato un meme), secondo molti, è quello inviato dallo scrittore americano Mark Twain al “New York Journal” nel 1897, dopo aver letto il proprio necrologio:
“Le notizie sulla mia morte sono grandemente esagerate”
Lo stesso Twain afferma che un giorno inviò a una dozzina di amici un telegramma in cui diceva:
“Fuggi immediatamente. Hanno scoperto tutto”.
Tutti lasciarono subito la città.
Telegrammi impossibili
“Opesti nipitia secomba”
Questo è l’incomprensibile testo del telegramma presentato per l’accettazione al Central Radio Office di Londra il 27 ottobre del 1926 dal dottor Hugh Mansfield Robinson. Dovrebbe arrivare sul pianeta Marte a un certa signora Oomaruru, con la quale il dottore dice di essere in contatto telepatico e che certamente, sostiene, comprenderà il significato del messaggio.
Secondo l’addetto dell’ufficio postale non ci sono motivi per rifiutarlo e il telegramma viene regolarmente inviato al costo di 18 pence a parola, la tariffa prevista per le lunghe distanze.
Ma la signora Oomaruru non dà cenni di risposta. Colpa degli strati di aria rarefatta che non hanno lasciato passare il segnale, afferma il dottor Robinson, che due anni dopo ci riprova.
“Mar la oi da earth. Com ga Mar”
Scrive questa volta, convinto che in lingua marziana significhi “Amore per Marte dalla Terra. Dio è amore”. Il messaggio è sicuramente affettuoso e rassicurante, ma, anche questa volta, nessuna risposta.
Colpa ancora degli strati di aria rarefatta o, come ipotizzò ironicamente un giornale inglese dell’epoca, del “cattivo funzionamento dei telegrafi marziani?”. In ogni caso la moglie affermò:
“Non so se qualcuno ha influenzato mio marito, ma non ci saranno più esperimenti del genere in questa casa, finché ci resto io”.
L’ornitorinco
Parlando di stranezze, viene in mente l’ornitorinco, uno degli animali più strani che vivono sulla terra. Con i suoi piedi palmati, il becco d’anatra, il corpo ricoperto da una folta pelliccia, con una coda come un castoro, sembra un assemblaggio causale di pezzi di vari animali. Depone le uova come i rettili e gli uccelli, ma è un mammifero, anche se le femmine non hanno i capezzoli e allattano attraverso i pori della pelle.
Queste e altre bizzarrie fanno dell’ornitorinco un animale difficile da classificare: non è un caso che sia finito nel titolo di un ponderoso (confesso di non essere riuscito a leggerlo tutto) saggio di Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco, in cui – facendo una sintesi molto approssimativa – l’accostamento del bizzarro animale all’illustre filosofo serve per dissertare sulle teorie della conoscenza.
Ma, si dirà, che c’entra questa deviazione sull’ornitorinco mentre si parla di telegrammi?
C’entra, c’entra …
Perché fu proprio un telegramma, anch’esso fuori dal comune, che fornì notizie chiarificatrici sull’identità dell’ornitorinco.
Lo inviò lo zoologo scozzese William Hay Caldwell alla Società Ornitologica Britannica, il 29 agosto 1884, dal Queensland, in Australia, dove aveva trascorso diversi mesi a studiare l’aspetto e il comportamento di quegli strani animali.
Questo il testo:
“Monotremes oviparous, ovum meroblastic”
Ossia: l’ornitorinco depone le uova ma è un mammifero con un solo orifizio (monotremo) e, nel corso dello sviluppo cellulare, la segmentazione dell’ovulo è meroblastica (non interessa tutta la cellula-uovo ma solo una parte).
Così si metteva fine a quasi un secolo di discussioni fra i naturalisti, che non erano riusciti ad elaborare una classificazione condivisa.
Studi recenti (l’ultimo è del gennaio del 2021 ad opera del genomista Guojie Zhang dell’università di Copenhagen) hanno portato a una mappatura avanzata del genoma dell’ornitorinco, che ha confermato la presenza di geni tipici di mammiferi, uccelli e rettili, e ha fornito informazioni utili per comprendere l’evoluzione dei mammiferi.
Prima di andare
BAYC. Andreessen Horowitz, una delle maggiori società di venture capital della Silicon Valley, è in procinto di fare un consistente investimento (basato su una valutazione ta i 4 e i 5 miliardi di dollari) in Yuga Labs che ha la proprietà intellettuale dello Yacht Club della Scimmia Annoiata (Bored Ape Yacht Club—BYAC). Il BAYC è una collezione di 10mila NFT (su blockchain Ethereum) di avatar di scimmie diversamente abbigliate e con molteplici espressioni facciali. I 4 fondatori dello Yoga Labs si chiamano: Gordon Goner, Emperor Tomato Ketchup, No Sass e Gargamel. Il metaverso promette di essere un luogo infinitamente più divertente dell’universo dove vigono le dure leggi della fisica invece che quelle della pura fantasia.
Monaco 1938. Visto che stiamo parlando di storia, un’oretta e mezzo di gradevole visione potrebbe essere Monaco sull’orlo della guerra, su Netflix. È il film adattato, con il contributo dello stesso autore, dal bestseller di Robert Harris, romanziere inglese specializzato in fiction storiche (libro pubblicato in Italia da Mondadori nel 2019). Di storia non ne passa molta sullo schermo, ma Jeremy Irons come un verosimile Neville Chamberlain e Ulrich Matthes come un inverosimile Adolf Hitler illuminano la pellicola.
Guardate questa foto: non sembrano tedeschi e francesi a Monaco? Ma come fanno solo a sentirsi? Poi a difendere l’Ucraina c’è un ex comico televisivo (ricorda qualcosa?). Siamo messi parecchio male. Bello il tavolo, però!