❇ 11° episodio della serie “In 5 minuti le idee che hanno cambiato il mondo”.
Articoli pubblicati:
1. Adam Smith: la nascita dell’economia politica
2. Gustave Le Bon: psicologia sociale e psicologia individuale
3. Kurt Gödel: il cervello non funziona come un computer
4. Hilary Putman: il cervello nella tinozza
5. Karl Popper: le società aperte
6. Jean-Paul Sartre: la malafede
7. Peter Singer: l’alimentazione umana
8. Stefan Zweig: il crollo della “prima globalizzazione”
9. Jean-Baptiste Colbert: il ritorno del colbertismo
10. Thomas Hobbes: la nave di Teseo
11. John Locke, Derek Parfit: l’identità personale
Copertina
Siamo in Blade Runner (1982). Rick Deckard (Harrison Ford) trova nell’appartamento di Rachael (Sean Young), la replicante, alcune fotografie che la ritraggono neonata con la madre (in basso a sinistra) e giovane adulta (in basso a destra). Nel fotogramma in alto a destra la stessa Rachael si trova nell’appartamento di Deckard dove, smarrita e sognante, guarda le foto di lui disposte sul pianoforte. Per la donna le foto sono la prova decisiva della sua natura umana. Deckard, però, le dice che queste immagini e i ricordi della di lei infanzia e adolescenza le sono stati innestati artificialmente nella sua mente dai biotecnologi della Tyrell Corp. la società che progetta e costruisce gli androidi. A quel punto fugge in preda alla disperazione. Ma lei è speciale.
Buon giorno e buon fine settimana
Ci scusiamo per lo spoiler, ma tutti abbiamo visto Blade Runner (NowTV) , forse più volte.
Oggi abbiamo un problema che va ad aggiungersi ai già molti. Il dilemma dell’affidabilità del teletrasporto. Ci dobbiamo interrogare se, al termine di un teletrasporto, oltre al corpo sia arrivata anche l’identità associata. C’è ancora l’unione di queste due componenti della persona che è entrata in questo viaggio? O è rimasto solo un contenitore da riempire con una nuova identità?
È questo l’interrogativo che si pone il filosofo inglese Derek Parfit e prima di lui, in termini diversi, il grande filosofo empirista John Locke.
La chiave dell’identità
Viene così da chiedersi come possa determinarsi l’identità di una persona. Verrebbe da dire attraverso i ricordi. Che cosa, però, può garantire la loro veridicità, cioè che questi ricordi siano effettivamente della persona entrata nel teletrasporto e non invece l’esito di un innesto protesico. Secondo lo scrittore post-moderno Philip K. Dick sono le foto (pictures) di un vissuto che fissano una memoria e quindi un’identità.
Lo vediamo bene nel primo (1982) Blade Runner , tatto da un racconto di Philip Dick e grandemente sceneggiato e diretto da Ridley Scott.
Rick Deckard (Harrison Ford), il cacciatore di replicanti, scopre che queste creature collezionano foto, ancorché esseri artificiali i cui unici ricordi afferiscono alla breve vita per la quale sono programmati. È proprio la loro longevità che li distingue dall’originale umano: anche i replicanti della generazione Nexus 6, “più umana dell’umano” come recita la pubblicità, non può vivere oltre quattro anni. Poi devono essere ritirati e ci pensa Deckard.
Il bisogno del ricordo
Anche queste creature, che non hanno consapevolezza di essere un artificio della Tyrell Corp. finché non sono sottoposte alla prova del poligrafo, sentono il bisogno di ricordi. Il possedere delle fotografie che le ritrae in un passato remoto è una prova di autenticità, una testimonianza che esiste un qualche loro trascorso nel tempo. E da qui la prova di essere umani e non artificiali. Anche questi umanoidi sono alla ricerca del tempo perduto come Marcel Proust.
Nel caso di Rachael, la replicante “speciale” per la quale Deckard prova un sentimento, la Tyrrell Corp. “ha fatto un gran lavoro”. Si è preoccupata di ricreare, in dettaglio, un finto vissuto impresso anche in alcuni scatti che la raffigurano nel tempo andato e che Rachael tiene nell’appartamento come reliquie.
Il fatto che anche nell’appartamento di Deckard si trovino molte foto fa sorgere il sospetto che pure lui sia un replicante. Sospetto risolto solo una volta vista la Final Cut Edition del primo Blade Runner.
Il principe e il calzolaio
Il problema dell’identità se lo era posto anche John Locke nel Saggio sull’intelletto umano (1690) con il caso del principe e del calzolaio. Loche ipotizza che i ricordi e le esperienze di un principe siano traslati nel corpo di un calzolaio. Quest’ultimo, malgrado il suo aspetto corporeo di calzolaio, diventerebbe di fatto, se non ancora de jure, il principe.
Un po’ quello che vagamente avviene nello spassoso film di John Landis, il regista di The Blues Brothers (NowTV) ), nel film Una poltrona per due (NowTV) con due scatenati Dan Aykroyd ed Eddie Murphy.
Per Locke l’identità personale non è determinata dal “sostrato” in cui si esplicita. L’identità è la memoria delle azioni che sono state compiute dall’io. Pertanto la memoria è il fondamento dell’io stesso.
Il filosofo contemporaneo Derek Parfit si spinge anche oltre nell’immaginare menti molteplici vaganti da un’identità all’altra e altri arditi esperimenti mentali.
Lascio però a Kati Balog, già docente all’Università di Yale, il compito di spiegarvi meglio le tesi di Locke e Parfit.
Buona lettura!
John Locke nacque nel 1632 presso Bristol. Nel 1652 si iscrisse ad Oxford, dove rimase sino al 1667, dapprima come studente, poi come insegnante. Se ne andò al seguito di Lord Anthony Ashley, che sarebbe più tardi diventato conte di Shaftesbury, e rimase coinvolto nelle alterne vicende dell’amico, il quale assurse ai vertici della vita politica inglese ma pagò pure duramente per la tenace opposizione alla politica della corona. Nel 1667 Locke scrisse un Saggio sulla tolleranza, orientato in senso antiassolutistico; nel 1671 due differenti abbozzi del Saggio sull’intelletto umano (che sarà pubblicato solo nel 1690). Per cinque anni (1674-1679) visse in Francia, mentre dall’83 all’89 fu in Olanda, dove si era rifugiato in seguito alla sconfitta politica del conte di Shaftesbury. In Olanda pubblicò la Lettera sulla tolleranza (1689) e scrisse i due Trattati sul governo civile, che pubblicò in Inghilterra nel ’90. Morì nel 1704, in un paesino nei pressi di Londra. [profilo di Emanuele Severino]
Derek Parfit, nato nel 1942 a Chengdu in Cina e scomparso nel 2017 a Londra, è stato uno dei più influenti filosofi inglese contemporanei. Si è occupato di molti aspetti della filosofia: l'etica normativa e la metaetica, l'identità personale e la teoria della ragion pratica. Molti suoi colleghi lo considerano il più importante filosofo morale del XX e dell'inizio del XXI secolo. Sempre molto attento alle implicazioni pratiche delle sue idee e del suo lavoro non ha mancato di ispirare riflessioni ed esperienze cruciali come quelle legate al rischio esistenziale e all’altruismo efficace. Quest’ultimo ha avuto tra i suoi adepti l’artefice del recente colossale fallimento della società di scambio di criptovalute e crypto Hedge Fund FTX , Sam Bankman-Fried. Parfit è molto legato a due città che ha voluto sulla copertina dei suoi due più importanti libri Reasons and Persons del 1984 (tr. it. Ragioni e persone, il Saggiatore, 1989) e On What Matters pubblicato nel 2011, ma da tempo disponibile in rete. Le città sono rispettivamente Venezia e San Pietroburgo.

Il calzolaio di Locke e i capitani Kirk di Parfit
di Kati Balog
In 3 secondi. Se salite a bordo di un teletrasporto e ne emergete in due, chi dei due è veramente voi?
In 30 secondi
Forse gli esempi di principi e poveri calzolai che si scambiano i corpi o di molteplici capitani Kirk che spuntano da un teletrasporto sembrano troppo inverosimili per essere presi in considerazione. I filosofi, però, sono interessati a queste storie immaginarie perché possono aiutarci a comprendere il concetto di persona. Possiamo anche immaginare delle conseguenze pratiche di tutte queste strambe ipotesi, come quelle di una giuria chiamata a deliberare sulla condanna di qualcuno che abbia commesso un crimine in gioventù e poi abbia perso la memoria. Come facciamo a sapere che lo smemorato è la stessa persona del criminale?
Il calzolaio di Locke e i capitani di Parfit
Il filosofo contemporaneo Derek Parfit si pone la seguente domanda: “Che cosa fa sì che una persona rimanga la stessa nel tempo?”.
Il problema era già stato discusso da John Locke, che immaginava un principe e un calzolaio che si scambiavano ricordi, desideri e altri attributi mentali. Locke diceva che tali attributi albergati nel corpo del principe passavano nel corpo del calzolaio e viceversa.
La sua idea è che una persona in un dato momento e una persona qualche tempo più tardi sono la stessa persona se la seconda conserva il ricordo di essere in continuità mentale con la prima.
L'FBI usa le impronte digitali come prova di identificazione, ma se Locke ha ragione, potrebbe essere un approccio sbagliato per determinare l’identità.
Parfit estende il pensiero di Locke immaginando una persona, ad esempio il Capitano Kirk, che sale su un teletrasporto difettoso il quale lo porta sulla Terra. Qui, invece di uno, sbarcano due capitani Kirk, ognuno dei quali possiede i ricordi, i desideri e altri attributi dell'originale. Entrambi affermano legittimamente di essere identici a Kirk, ma sono chiaramente diversi.
Parfit conclude che l'identità va oltre i ricordi e la continuità mentale. Ma sostiene anche che tutto ciò non ha importanza, poiché il nostro unico interesse è la sopravvivenza e la sopravvivenza risiede unicamente nella continuità mentale.
Battuta finale
Una persona è la somma delle sue speranze, delle sue paure e dei suoi ricordi passati; nient'altro conta... ma andate a dirlo ai calzolai che vivono in ristrettezze.
Prima di andare
Cibo nella pattumiera. In media, una persona che vive nell'UE butta via circa 130 kg di cibo all'anno. Secondo i dati forniti dall'UE, una riduzione del 30% di questa quantità farebbe risparmiare 400 euro all'anno a una famiglia di quattro persone. Ci potrebbe pagare qualche aumento di bolletta.